A Palermo, i sofficini fanno scoppiare una lite in casa che ha perfino richiesto l'intervento dei carabinieri.
Un uomo di 45 anni, F.F è finito in manette e poi in una cella d’isolamento del carcere Pagliarelli di Palermo, a seguito delle accuse di maltrattamento aggravato (perchè avvenuti sotto gli occhi dei figlioletti piccoli) dopo aver litigato con la moglie per la cena. Pare che l’uomo non avesse gradito la cena trovata al ritorno dal lavoro: i sofficini.
Un piatto, sicuramente pratico e veloce che, a quanto pare, era la “specialità” della casa. L’ennesimo piatto di sofficini ha dunque fatto infuriare l’uomo che, alla vista di quella pietanza, ha tirato il piatto in aria, gridando “Non li mangio io e non mangia nessuno”. Ne sarebbe sorta una discussione animata, che ha fatto intervenire i carabinieri della Compagnia di Palermo.
Nel quartiere periferico dello Sperone, nel palermitano, la convivenza di quella famiglia sicuramente non è delle più facili: nell’appartamento, oltre ai due coniugi e ai tre figli, abitano anche la mamma e la sorella del quarantacinquenne. Sarebbe stata proprio quest’ultima a richiedere l’intervento dei carabinieri in casa per poter placare gli animi. Quando i carabinieri sono arrivati, si sono ritrovati nel bel mezzo di discussioni animate con tanto di schiamazzi e di accuse reciproche. Dopo aver placato gli animi, stavano per lasciare l’appartamento ma una frase li ha indotti a tornare indietro per arrestare l’uomo e condurlo con loro in caserma: l’uomo rivolgendosi alla sorella avrebbe infatti detto: ” Un giorno di questi ci abbracciamo e ci buttiamo insieme dal balcone”.
Condotto in cella di isolamento, l’uomo vi ha trascorso due notti. Dopo due giorni, G. Nicastro, il Gip del caso, ha ascoltato il racconto dell’uomo e poi anche le tesi del suo avvocato, Fabrizio Pizzitola, che ha messo in evidenza come F. F. sia incensurato e come mai in passato vi siano state segnalazioni di maltrattamenti all’interno della sua famiglia. Il sostituto procuratore Laura Siani ha invece chiesto che all’uomo venisse applicata la custodia cautelare in carcere. Il giudice ha infine deciso di convalidare l’arresto, ma ha liberato l’indagato. E, come racconta il suo avvocato, questa sarebbe stata la gioia più grande per sua moglie, anche lei incredula di fronte all’arresto.
Potrebbe essere questa una delle prime storture del Codice rosso, entrato in vigore ad agosto, che per i maltrattamenti (ma anche per lo stalking o gli abusi sessuali) non solo prevede una corsia preferenziale, ma anche l’arresto e la possibilità che le indagini vadano avanti anche d’ufficio, cioè senza che, come nel caso di F. F., la moglie, presunta vittima di violenza, sporga una denuncia.
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