Un altro lunedì mattina a Catania, stesse immagini di degrado e sporcizia. Piazza Teatro si riconferma il punto preferito di raccolta, non solo per chi intende trascorrere lì in compagnia le serate del week-end. Bottiglie di vetro su gradini e aiuole, bicchieri di plastica con all’interno ancora un paio di dita di bevande, lattine di birra schiacciate e abbandonate un po’ ovunque. Ci sono perfino sacchi della spazzatura, quasi perfettamente disposti ai piedi di una fioriera per assecondarne la forma.
Sarebbe divertente scoprire che parte dei responsabili, nei giorni scorsi, ha fatto il leone da tastiera aggredendo messaggio e messaggeri del Fridays for Future, magari divertendosi anche a far girare sui social la finta foto del degrado che i giovani partecipanti alla manifestazione di giorno 27 settembre si sarebbero lasciati dietro.
Ecco che, volenti o nolenti, il messaggio che alcuni lasciano passare è che si reputano gli adolescenti soltanto un branco di ragazzini viziati in cerca di càlia autorizzata, la generazione del dab e di Fortnite che non sarà mai all’altezza delle precedenti. Screditiamo da una parte per non riconoscere i danni che stiamo causando, come struzzi con la testa sotto la sabbia. Una bottiglia lasciata in giro oggi, una domani, con la certezza di non poter cambiare.
E mentre oggi i partecipanti alla manifestazione dello scorso venerdì siedono di nuovo tra i banchi di scuola, qualcuno tornerà a raccogliere quella spazzatura come succede ogni lunedì mattina. Come accadrà di nuovo il prossimo. E quello dopo ancora, perché forse nessuno ha davvero intenzione di cambiare o perché quando qualcuno ci prova immediatamente diventa il bersaglio delle frecce avvelenate del web.
Chi ha la possibilità di vedere il degrado di una piazza così importante per la città di Catania tutti i lunedì mattina dovrebbe porsi una domanda: com’è possibile che una (finta) foto di Catania abbia avuto più risonanza di ciò che si può vedere ogni giorno con i propri occhi?