Candidati ai nastri di partenza: inizia la corsa per la carica di nuovo rettore dell’Università degli Studi di Catania. Dopo il terremoto giudiziario delle settimane scorse che, tramite l’inchiesta “Università bandita” ha portato alle dimissioni dell’ex rettore Francesco Basile e di altre cariche ai vertici dell’ateneo, il Decano – il prof. Vincenzo Di Cataldo – ha indetto nuove elezioni. Nonostante le polemiche, le votazioni sono state fissate nel mese di agosto, e si punta a concludere le procedure entro i primi giorni di settembre.
A contendersi la poltrona di “Magnifico Rettore” i professori Salvatore Barbagallo, Vittorio Calabrese, Agatino Cariola, Francesco Priolo e Roberto Purrello. Venerdì 23 agosto si terrà la prima votazione, mentre le eventuali seconda e terza sono fissate rispettivamente per lunedì 26 agosto e giovedì 29 agosto. Qualora si arrivasse al ballottaggio, questo è previsto per lunedì 2 settembre. I programmi dei candidati non sono stati ancora ufficialmente resi noti alla comunità accademica: per presentarli c’è tempo fino a giovedì 25 luglio.
LiveUnict, che seguirà da vicino le elezioni, continua lo speciale con un’intervista al prof. Agatino Cariola.
Prof. Agatino Cariola: conosciamo il candidato
Il prof. Agatino Cariola, 57 anni, è ordinario di Diritto costituzionale nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania. Ha svolto attività di ricerca ad Heidelberg, alla Yale Law School, all’Università Complutense di Madrid, all’Università di Graz e alla Corte Suprema di Gerusalemme. Quale avvocato opera nei diversi campi del diritto e davanti tutte le Istituzioni, comprese quelle superiori (Consiglio di Stato, Corte di Cassazione, Corte Costituzionale, Corte di Giustizia dell’unione Europea, Corte Europea dei Diritti dell’uomo).
1. Dopo il terremoto giudiziario delle settimane scorse, perché ha deciso di candidarsi in un momento così delicato per l’Università di Catania?
“Questa è l’Università in cui mi sono formato. Ho avuto esperienze in altre università e all’estero, ma l’università madre rimane il punto di riferimento. Penso che a ognuno di noi si richieda un sacrificio anche in termini personali: la mia disponibilità a candidarmi rientra in questo quadro, nella necessità di impegnarmi in prima persona e non semplicemente al fianco di amici e colleghi ai quali delegare le scelte”.
2. In che modo crede di poter contribuire alla vita della comunità accademica e, più in generale, dell’Ateneo nell’eventuale veste di rettore?
“Ovviamente io mi porto dietro la mia competenza di giurista, ma sarò un bravo rettore solo se saprò coinvolgere tutti gli altri. La necessità di cambiare mentalità, di cambiare approccio, non è semplicemente del rettore ma è di tutti i docenti, del personale amministrativo e, in qualche maniera, anche degli studenti. Quegli studenti che si iscrivono a quest’università e la vivono per trecentosessantacinque giorni l’anno. Il mio obiettivo è quello di lavorare con tutti per rendere credibile la nostra università, per recuperarne l’immagine, ma soprattutto per farne il motore di sviluppo del nostro territorio. Questo nostro territorio è povero di risorse economiche: molte volte perde le sue iniziative e il sistema delle imprese diviene, spesso, asfittico. Il nostro territorio deve ritrovare nell’università un motore di innovazione, di sviluppo, di crescita. L’Università non può rimanere chiusa al suo interno: inevitabilmente deve servire questo territorio”.
3. Tra i lettori di LiveUnict ci sono molti giovani iscritti all’Ateneo, vuole dire qualcosa agli studenti dato il clima generale di sfiducia che si è creato a seguito dei recenti avvenimenti?
“Gli studenti possono essere sfiduciati e hanno tutte le ragioni di esserlo, per quanto hanno sentito e per quanto è stato pubblicato. Però è anche vero che gli studenti conoscono i loro professori – professori che fanno lezione, che si preparano e che sostengono esami – e sanno che sono corretti. Ecco, agli studenti si richiede in questo momento un moto di fiducia nei confronti dei loro professori. Ogni mattina, quando faccio lezione, ho ancora un po’ di timidezza, perché mi sento giudicato dai miei studenti, però cerco di superarlo in fretta perché è questa la sfida. Agli studenti si richiede di essere anche dei bravissimi valutatori. Bravi studenti formano bravi insegnanti universitari: reciprocamente, le rispettive motivazioni si sostengono l’una con l’altra. Uno studente dotato, interessato e polemico è il modello di studente che dovrebbe essere generalizzato. Questo studente è una risorsa per questa Università, una risorsa per questo territorio. Questo è lo studente che oggi arricchisce l’Università di Catania e che, domani, arricchirà il territorio in cui lavora, la professione che svolgerà”.
Segui lo speciale di LiveUnict sulle elezioni del rettore dell’Università di Catania: a breve online le interviste a tutti i candidati.