Attacchi di panico, ansia,depressione, disturbi del sonno, sono queste le patologie che gli specialisti, messi a disposizione degli studenti dall’Università di Zurigo, hanno riscontrato presso gli studenti che si sono recati presso di loro in cerca di sostegno.
Dal rapporto annuale del Centro di consulenza psicologica dell’Università di Zurigo e del Politecnico emerge un dato preoccupante: se nel 2015 i giovani che hanno usufruito della consulenza psicologica sono stati 1243, l’anno seguente la cifra è aumentata del 20%, si parla di 1765 utenti, e si prevede che il numero non farà altro che crescere in futuro.
Situazioni analoghe si sono verificate anche in altre università della Svizzera, quali Basilea e San Gallo, ma bisogna considerare che i dati comunicati si riferiscono solo agli studenti che hanno fatto ricorso esclusivamente ai servizi messi a disposizione degli atenei e che quindi si stia parlando di cifre necessariamente in ribasso.
Le ragioni di tale incremento sono da ricercare in diversi fattori quali l’isolamento di cui soffrono molti giovani a causa della digitalizzazione, la pressione sociale per migliorarsi costantemente, ma anche la tendenza a soffocare i sentimenti negativi e per molti si aggiunge la difficoltà nel trovare un equilibrio tra lo studio e il lavoro.
Anche i dati dell’Ufficio Federale di Statistica riportano informazioni allarmanti sullo stesso argomento: secondo una ricerca, circa uno studente universitario svizzero su cinque affermava di avere problemi di salute. Il 94% della popolazione dai 20 ai 35 anni riteneva che il proprio stato di salute generale fosse buono o molto buono, mentre fra gli studenti della stessa età la quota era del 77%.