È giunta stamattina la notizia, riportata in anteprima da La Sicilia, di 14 nuovi indagati nell’ambito dell’inchiesta Università bandita. Tra i nuovi 14 indagati, oltre all’illustre nome di Enzo Bianco, ex sindaco di Catania, c’è anche quello di Orazio Licandro, attuale docente ordinario di Diritto Romano e diritti dell’antichità al Disum, ed ex assessore della giunta Bianco.
Ed è proprio la vicenda che c’è dietro la sua assunzione come docente ordinario dell’Università di Catania, che ha condotto la magistratura ad iscrivere il nome di Bianco, di Licandro e anche della direttrice del Disum Marina Paino tra gli indagati della maxi inchiesta sull’Ateneo catanese.
Orazio Licandro, classe 1962, attualmente insegna Storia delle Istituzioni politiche dell’antichità e Papirologia e Paleografia presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche, ma è professore ordinario sin dal 2006 in altre università italiane. In passato Licandro ha insegnato all’Università Magna Græcia di Catanzaro, Mediterranea di Reggio Calabria e Università della Calabria di Rende-Cosenza e alla Sapienza di Roma varie discipline del ssd IUS/18: Storia del diritto romano, Istituzioni di Diritto romano, Diritto penale romano, Diritto romano II, Esegesi delle fonti del diritto romano, Fondamenti romanistici del diritto europeo, Epigrafia e Papirologia giuridica.
All’Università di Catania, però, Licandro approda solo nell’ottobre del 2018, quando è vincitore di un concorso per professore ordinario di prima fascia bandito il 31 luglio 2018 per il settore disciplinare IUS/18 – Diritto romano e diritti dell’antichità. L’accusa della magistratura è che il bando del concorso in questione, con scadenza appena un mese successivo (in data 30 agosto 2018), sia stato costruito ad hoc per l’assunzione del professore Orazio Licandro. A confermare i sospetti, oltre la durata estremamente breve del bando, potrebbero essere alcuni requisiti richiesti per potervi partecipare, che hanno fatto poi in effetti di Orazio Licandro l’unico candidato al concorso.
La commissione esaminatrice, composta da tre docenti esterni all’Università di Catania, quali Falcone Giuseppe (O – DES.) Università di Palermo Dip. Giurisprudenza, Petrucci Aldo (O) Università di Pisa DIp. Giurisprudenza e Lovato Andrea (O) Università di Bari Dip. Giurisprudenza, dopo due riunioni per via telematica non hanno potuto fare altro che decretare la vittoria del concorso all’unico candidato, in data 22 ottobre 2018.
L’aspetto più controverso del caso Licandro, secondo la magistratura, riguarderebbe però “l’inutilità” del bando stesso e dell’assunzione di un nuovo professore di diritto romano all’Università di Catania. Non si tratterebbe soltanto di inutilità, ma anche di vero e proprio spreco di denaro che l’Università avrebbe potuto destinare altrove.
Infatti, secondo quanto riporta la Sicilia, per la magistratura che sta indagando, il concorso non avrebbe avuto ragione di esistere vista la presenza già di 3 docenti ordinari, 2 associati e 3 ricercatori per la stessa disciplina al Dipartimento di Giurisprudenza, che attualmente insegnano per un monte orario inferiore a quello del proprio contratto, e che quindi avrebbero potuto essere incaricati dall’Università senza lo spreco di 120mila euro, somma che invece è sborsata per l’assunzione di Licandro.
Ma come si è arrivati allora a bandire un concorso simile? Stando sempre alle accuse di chi indaga, sembrerebbe che il sindaco Enzo Bianco avesse in qualche modo fatto leva all’interno del Dipartimento di Scienze Umanistiche, sull’ex prorettore Magnano San Lio, e indirettamente anche sulla direttrice Marina Paino (anch’essa indagata) per consentire ad Orazio Licandro, allora assessore dell’amministrazione Bianco, di avere un posto a Catania.