Sono stati resi noti i dati delle indagini Almalaurea riguardo ai laureati del Dipartimento di Economia e Impresa dell'Università di Catania: ecco le loro caratteristiche.
Le statistiche Almalaurea riportano che nel 2018 i laureati dei corsi triennali e magistrali nel Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania sono 919, decisamente in diminuzione rispetto all’anno precedente quando l’indagine riportava 952 laureati. Tra i 722 intervistati si riscontra quasi una parità di sesso: il 47% dei laureati sono infatti uomini mentre il restante 53% è composto da donne. L’età media dei laureati triennali è 26 anni mentre i laureati magistrali ottengono il titolo entro il 28esimo anno di età. La media del voto di laurea per gli studenti di triennale è 93, mentre per la laurea di secondo livello il voto medio è 104. Per quanto riguarda la durata degli studi, gli studenti dei corsi di laurea di primo livello impiegano in media 6 anni e per i corsi magistrali un anno in più della durata del corso, dato che si rivela coerente con l’indagine dell’anno precedente.
Una grande percentuale di studenti si è rivolta ad almeno un’attività di formazione dopo la laurea: nello specifico si tratta del 32% dei laureati triennali e del 60% di quelli magistrali, percentuali in diminuzione rispetto all’anno precedente. La tipologia di attività scelta varia, ma la maggior parte dei laureati di entrambi i livelli ha optato per uno stage in azienda o per un tirocinio/praticantato, le quali nella media generale raggiungono rispettivamente il 20,1% e il 13,6%. La terza opzione preferita varia invece in base al livello di laurea: mentre i laureati triennali scelgono dei master universitari di I livello, i laureati di secondo livello preferiscono altri tipi di master.
La situazione occupazionale dei laureati in Economia vede occupato il 28% degli ex-studenti con titolo di primo livello e il 50% di quelli magistrali. Circa il 30% di entrambe le categorie non lavora ma è alla ricerca di un impiego, mentre vi è una consistente percentuale di laureati che non lavora e non cerca un impiego: si tratta del 45% dei laureati triennali e del 22% dei laureati magistrali. Tutti i dati sono comunque in netto miglioramento rispetto all’anno precedente. Tra coloro che non lavorano e non cercano un’occupazione, il 30% è impegnata in un corso universitario o in un praticantato. Si riscontra una parità di genere tra i laureati lavoratori dato che le percentuali sono 34% per gli uomini e 36% per le donne. Tuttavia è molto alto il dato relativo a coloro i quali non hanno mai lavorato dopo aver ottenuto il titolo con una percentuale generale del 51%, mentre solo il 13,7% dei laureati di entrambi i gradi non ha attualmente un impiego ma ha lavorato dopo la laurea. Tirando le somme, il tasso di occupazione supera decisamente quello di disoccupazione, con le percentuali rispettivamente del 44% e del 25%.
Tra i laureati che lavorano, il 32% triennali e il 17% magistrali mantengono il lavoro che avevano prima di ottenere il titolo, mentre il 61% in media ha iniziato a lavorare dopo la laurea. In ogni caso, entro 3 mesi e mezzo dal conseguimento della laurea gli studenti riescono a ottenere un impiego, dato in crescita rispetto alle indagini dell’anno precedente. Il contratto a tempo indeterminato riguarda quasi il 29% dei laureati impiegati, mentre decisamente più alte è la percentuale di impiegati con contratti non standard, identica per entrambe le categorie: si tratta del 41,2% dei laureati intervistati e ancue questo dato è in crescita rispetto all’anno precedente, quando si fermava al 30,2%. La stessa percentuale si riscontra per gli impiegati part-time, mentre il settore di attività è per oltre il 91% quello privato rispetto al 5,9% di laureati impiegati nell’ambito pubblico. L’84% dei laureati è impiegato nel settore dei servizi, mentre il 10,6% è impiegato nell’industria e solo il 4,3% nel settore primario. La collocazione geografica dei laureati catanesi a seguito dell’impiego è principalmente nelle Isole, seguite dal Nord-ovest e l’estero, il quale richiama rispettivamente l’8,8% dei laureati triennali e il 3,4% di quelli magistrali.
La retribuzione mensile netta è minore per il genere femminile: lo stipendio medio degli uomini laureati è di 1.119 euro mentre quello delle donne è di 1.046, dati in crescita rispetto all’anno precedente. Il 23% dei laureati triennali e il 50% dei laureati magistrali ha notato un miglioramento nel proprio lavoro dovuto al conseguimento del proprio titolo, prevalentemente sotto l’aspetto delle competenze professionali e nella posizione lavorativa. Tuttavia, circa il 20% dei laureati afferma di non utilizzare affatto le competenze acquisite con la laurea e il 42% degli intervistati definisce poco adeguata la formazione acquisita all’università, a fronte di un 39% che la reputa molto adeguata. Inoltre, la laurea in Economia si rivela per il 44% dei laureati non richiesta ma utile per l’attività lavorativa, o ancora non richiesta ma necessaria per il 27% degli intervistati.
Risultati nella media anche riguardo l’efficacia della laurea nel lavoro svolto: il 45% la reputa abbastanza efficace, il 33% molto significante e il 22% la considera poco efficace. Per quanto riguarda l’indice di soddisfazione per il proprio lavoro, in una scala da 1 a 10 i laureati in Economia danno il risultato di 7,3. La ricerca di occupazione da parte di laureati che hanno già un impiego riguarda invece il 41,2% dei laureati triennali e il 31% dei laureati magistrali, dato in diminuzione rispetto alle indagini dell’anno precedente. I non occupati alla ricerca di un impiego tra gli intervistati sono 198: di questi, il 60% ha cercato negli ultimi giorni, il 19% da uno a sei mesi fa e il 13,6% nell’intervallo tra le ultime due settimane e un mese. È infine sensibile il dato dei non occupati che non cercano lavoro: sono 269 e le loro motivazioni sono lo studio per il 90% e l’attesa di notizie dal datore di lavoro per una minima percentuale.
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