All’interno della rubrica di denuncia “Alza la voce”, la redazione di LiveUnict riceve e pubblica in forma anonima il messaggio inviatoci da un lettore inerente la situazione posteggiatori abusivi a Catania.
“Fino a che punto l’amministrazione comunale tollererà la sfacciataggine dei posteggiatori abusivi catanesi? E fino a che punto i cittadini sopporteranno di versare questo vero e proprio pizzo a losche facce che non promettono altro che di sorvegliare la macchina da loro stessi, principali procuratori dei danni che dovrebbero evitare?
Quanto successo ieri a piazza Alcalà, mentre mi trovavo fuori con la mia famiglia, è la goccia che fa traboccare il vaso. L’area di sosta a pagamento di piazza Borsellino è una delle più care di Catania, prezzo giustificato dal fatto che si tratta di un parcheggio sorvegliato, con tanto di sbarre e ticket all’entrata e all’uscita. Anche per questo non mi aspettavo di trovarmi di fronte, appena uscito dalla macchina, l’ennesimo parcheggiatore.
Quest’ultimo non usa mezze misure e, nel salutare ad alta voce, per richiamare la nostra attenzione, quasi ci fa notare di avere il borsello già aperto. Temendo per i bagagli e gli zaini che avevamo in macchina, abbiamo versato l’obolo al parcheggiatore, non senza prima fargli almeno notare il fatto che ci trovavamo già in un parcheggio a pagamento.
‘Eh, ma oggi è domenica, si paga un po’ meno, quindi…’, dice lui, sorridendo senza nemmeno preoccuparsi di mascherare l’evidenza, cioè il fatto che quello che stava chiedendo era un vero e proprio sopruso, con l’aggravante di aver pagato due volte per lo stesso “servizio”. Non si sono rivelate vere le sue parole sulla tariffa “ridotta” nel fine settimana, infatti, quando, uscendo dal parcheggio abbiamo dovuto versare un ulteriore 1,50€.
Non resta che sperare in un intervento più forte dell’amministrazione comunale, l’unica che ha, oltre il dovere civico di agire, i mezzi e le risorse per arginare una situazione che in qualsiasi altra parte del mondo verrebbe giudicata inaccettabile. E che a Catania, invece, è tollerata praticamente da tutti. Un po’ per paura, un po’ perché, purtroppo, ci si è fatta l’abitudine“.