Sessantotto atenei italiani, tra pubblici e privati, hanno detto sì all’adozione di pratiche per incoraggiare lo sviluppo sostenibile. Le iniziative erano già state lanciate nel lontano 2013, attraverso la creazione della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile, ampliatasi con ulteriori adesioni di anno in anno, fino ad inglobare la maggioranza degli atenei italiani. Ognuno di essi, pur orientandosi su scelte comuni, sta attuando delle soluzioni per ridurre l’impatto sull’ambiente, partendo dall’obbiettivo comune di ridurre al minimo – per poi abolire del tutto – uso e consumo della plastica.
Il modello “plastic free” è stato accolto qualche mese fa anche dall’Università di Catania, pronta ad adottare dai prossimi mesi le borracce in tritan per tutti i suoi componenti. L’Università di Roma Tre è stata invece tra le prime ad adottare le borracce per gli studenti, già in uso; debutteranno invece a settembre nell’Università Cà Foscari di Venezia, in virtù dell’ingresso delle nuove matricole e dell’inizio del corrispettivo anno accademico. Tante le proposte dell’ateneo veneziano per ridurre l’inquinamento da plastiche e l’impatto ambientale: addio ai bicchieri di plastica nei tavoli istituzionali, in Senato accademico, durante gli eventi. Inoltre, il servizio di catering, qualora sia previsto rinfresco sarà affidato solo a chi propone cibo biologico e stoviglie biodegradabili. Prevista altresì l’integrazione di macchinette per riempire le borracce e di quelle per il caffè “senza erogazione del bicchiere”.
Come Venezia, anche l’ateneo catanese si sta muovendo nell’ottica di organizzare un efficace sistema di raccolta differenziata nelle varie sedi dipartimentali, attuando soluzioni che in passato non sono mai decollate del tutto. Potrebbe essere un segnale di svolta per l’intera cittadinanza, essendo Catania tra le città con i valori più bassi in quanto alla differenziata. Intanto di scelte ecologiche e tutela per l’ambiente si sta parlando tra ieri e oggi ad Udine, dove è stata organizzata la Conferenza dei Rettori (Crui) degli atenei nazionali, con una serie di tavoli tecnici in cui le tematiche ecologiche rappresentano un importante punto di confronto e discussione. Nel frattempo si guarda anche all’Agenda ONU per il 2030, anche in relazione a percorsi di crescita e di formazione in ambito economico e sociale.