Venerdì 24 maggio 2019 alle 17:30 nella libreria del Monastero dei Benedettini si parlerà di studenti, movimenti studenteschi e architettura a partire da un volumetto editato dopo cinquant’anni da Quodlibet e scritto da Giancarlo De Carlo. Al bookshop del Monastero, infatti, verrà presentato il volume “La piramide rovesciata. Architettura oltre il ’68”, dove la piramide rappresenta la struttura che domina l’Università, dove tutto si regge sulla punta sottilissima di un corpo accademico non sostenuto dalle tensioni, dai suggerimenti, dalle esigenze provenienti dal basso, bensì dal principio di autorità.
Nel centenario dalla nascita di De Carlo, Officine Culturali, in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania, ha in programma diversi incontri che hanno al centro la vita e le opere dell’architetto che ha curato il recupero del Monastero dei Benedettini. In questa occasione però il libro verrà commentato e presentato da ospiti d’eccezione. A discutere delle occupazioni studentesche che caratterizzarono il ’68 italiano e del pamphlet di De Carlo saranno proprio gli studenti universitari (anzi studentesse) insieme a due architetti e un ingegnere che hanno conosciuto personalmente l’architetto.
Cristina Ucchino (studentessa di Beni Culturali al Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania), Martina Calcagno (studentessa del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Catania) e Maria Chiara Raccuia (studentessa di lettere al Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania) si focalizzeranno sull’interpretazione della modernità del pensiero di De Carlo cercando di capire cosa e come l’architetto aveva interpretato l’Università di massa.
Le tre studentesse dibatteranno con Pippo Amadore (architetto dello studio Ellenia+3) e Carmelo Russo (ingegnere dello studio Ellenia+3) che hanno lavorato al recupero del Monastero dei Benedettini insieme a De Carlo; e ad Ignazio Lutri, presidente dell’Inarch Sicilia. L’incontro punta quindi ad essere un dialogo intergenerazionale a partire da un tema sempre attuale: una riforma strutturata dell’università che sia utile ai suoi studenti e ai suoi ricercatori.
“Non basta – scrive De Carlo nel ’68 – ingrandire le aule, moltiplicare i professori e gli assistenti, aumentare o sfoltire le materie, aumentare o diminuire le ore di lavoro, per soddisfare le esigenze dell’Università di massa. Missione dell’università non può essere solo quella di formare lavoratori specializzati o quadri per le imprese ma di fornire strumenti di interpretazione delle esigenze sociali”.
L’analisi dei moti, delle barricate, delle occupazioni attraverso gli occhi di Giancarlo De Carlo riemergeranno a partire dalla conversazione che prenderà vita nella libreria del Monastero, in una sede universitaria, da studentesse a confronto con coloro che l’Università l’hanno conclusa e progettata insieme a De Carlo.