I sindacati scendono sul piede di guerra e denunciano le mancanze e le arretratezze del sistema museale siciliano, chiedendo risposte alla Regione.
Oltre alle meraviglie naturali e architettoniche sparse su tutto il territorio dell’Isola, c’è un intero patrimonio di musei noti e meno noti che costellano l’intera Regione e che, nonostante le iniziative per aumentare gli ingressi e favorirne la conoscenza, rischiano di affondare sotto i colpi della cattiva amministrazione.
È con particolare riferimento alle situazioni di fruizione, tutela e vigilanza che i sindacati Cobas – Codir e Cupas scendono sul piede di guerra e alzano la voce, per chiedere al governo regionale di intervenire su una situazione che appare dall’esterno ai limiti dell’assurdo, ma che è ben nota da tempo a malavitosi e visitatori. I primi, approfittando delle scarse condizioni di sicurezza dell’incasso, a volte nemmeno custodito in cassaforte, riescono a impadronirsene senza colpo ferire, mentre i secondi sono vittime di file interminabili che scoraggiano la fruizione stessa.
Queste, in sintesi, le ragioni della nota di proteste lanciata dal sindacato, che chiede il potenziamento degli organici nei siti culturali siciliani, già al di sotto della normativa vigente. A questa prima mossa, aggiungono, è sempre più indispensabile accompagnare un ammodernamento dei sistemi di sicurezza e tecnologici della rete museale isolana, per garantire sia la sicurezza dei dipendenti che la diminuzione della liquidità presente in cassa.
In Sicilia, sostengono i sindacalisti, manca una iniziativa di legge per permettere e incoraggiare l’acquisto online dei biglietti, che porterebbe alla Regione un duplice vantaggio. In primo luogo, il sistema telematico scoraggerebbe i furti, in quanto le casse conterrebbero meno liquidità. Inoltre, la vendita online rappresenterebbe un segnale di ammodernamento della rete museale siciliana e contribuirebbe a pubblicizzare ancor di più la Regione, eliminando le lunghe code agli ingressi e consentendo anche ai turisti di programmare in anticipo i loro itinerari.
A proposito delle file all’entrata, la situazione è stata aggravata dalle, seppur giuste, norme per l’istituzione del biglietto. La Regione, estendendo il principio della gratuità ad alcune categorie di persone e istituendo al contempo un apposito registro dove annotare a mano gli aventi diritto, mira ad annullare le speculazioni legate alla gratuità del biglietto, ma con questo procedimento è anche facile che si creino veri e propri ingorghi che il personale, già ridotto all’osso, fatica a gestire.
Le richieste dei sindacati, cui si aggiunge quella di sbloccare i pagamenti arretrati, taluni risalenti al 2017, sono state inoltrate direttamente al presidente della Regione Nello Musumeci, che da qualche mese detiene l’interim dell’assessorato ai Beni Culturali.
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