Nell’ormai annosa questione dei trasferimenti dal Nord al Sud, gli insegnanti meridionali sono stati spesso accusati di non essere disposti a spostarsi da casa e accettare il posto di lavoro che gli veniva offerto nel settentrione, dove c’è maggiore disponibilità di posti. Ma a volte la cronaca riporta notizie di senso opposto, storie di professori costretti ingiustamente a spostarsi a causa di atteggiamenti errati da parte del Miur. È il caso di Lucia Lanza, insegnante originaria di Scordia, nel catanese, che a seguito della legge 107/2015, era stata destinata a Piave di Sacco, in provincia di Padova, nonostante avesse espresso preferenza per istituti della sua provincia e in Sicilia.
Il tribunale di Padova, tuttavia, a seguito degli accertamenti eseguiti, ha condannato il Miur a trasferire immediatamente la docente, che completerà l’anno scolastico nell’istituto dove attualmente è stata destinata dal Ministero dell’Istruzione, ma che da settembre prenderà cattedra nella provincia di Catania e che inoltre si vedrà risarcire i danni causati dal trasferimento illegittimo.
Il caso è stato portato avanti dall’avvocato Giuseppe Aiello, del foro di Agrigento, che a Padova ha dimostrato come la propria assistita avesse subito un atteggiamento discriminatorio da parte del Miur. Infatti, nonostante le preferenze espresse per l’assegnazione in provincia di Catania, quella di appartenenza, e di seguito le altre provincie siciliane, l’insegnante catanese si era vista scavalcare da docenti con un punteggio nettamente inferiore provenienti dal concorso del 2012, a differenza sua, assegnataria di cattedra a seguito del concorso del 2000.
Il trattamento di favore, dunque, viene ribaltato dal tribunale di Padova, che accogliendo le richieste dell’avvocato ha ingiunto al Miur di risarcire l’insegnante e di trasferirla immediatamente nelle sedi di preferenza espresse in origine.