Il riscatto di laurea è stato finora un vantaggio concesso soltanto ai laureati che ancora non avevano intrapreso una carriera lavorativa. Adesso, potrà essere chiesto anche da persone che hanno già cominciato a lavorare molti anni fa, a condizione che non abbiano già compiuto 45 anni e che il riscatto sia relativo a periodi successivi al 31 dicembre 1995. Riscattare i propri studi per arrivare prima alla pensione costerà 5.241 euro per ogni anno. Questa novità è prevista dal comma 6 dell’articolo 20 del decreto legge sul «reddito di cittadinanza» e «quota 100».
A detta della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, questo tipo di riscatto “light” può essere molto più vantaggioso rispetto a quello consueto. Questo, infatti, viene calcolato con l’aliquota del 33% sull’ultima retribuzione imponibile. Se un lavoratore ad esempio percepisce 42 mila euro lordi annui, il contributo che dovrebbe versare all’Inps sarebbe di 13.860 euro per ogni corso di laura da riscattare. Per riscattare 5 anni, dunque, dovrebbe sborsare 69.300 euro, contro la cifra forfettaria di 26.205 euro prevista dal riscatto agevolato. In altre parole, con il primo tipo di riscatto si verserebbe il 164% in più rispetto al secondo.
Chi volesse scegliere il riscatto agevolato, previsto dal decreto, tuttavia, deve tenere presenti alcuni dettagli. Secondo la norma, questo avrà il solo effetto di aumentare gli anni di contribuzione per raggiungere prima la pensione, ma non farà aumentare l’importo della stessa, come succede invece con il riscatto consueto. Il riscatto agevolato, dunque, potrebbe servire solo a guadagnare tempo, ovvero ad accumulare contributi per arrivare prima alla pensione anticipata. Per raggiungerla sono richiesti, indipendentemente dall’età, 42 anni e 10 mesi di versamenti per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne. Bisogna, inoltre, tenere in considerazione che potrebbero essere apportate ulteriori modifiche alla norma, nel corso dell’esame parlamentare che durerà 60 giorni. Restringere il range di coloro che potranno richiedere il riscatto di laurea serve ad evitare che questo possa servire per l’accesso alla pensione anticipata con “quota 100”, poiché per quest’ultimo sono necessari 62 anni d’età oltre a 38 anni di contributi.
“In via sperimentale, per il triennio 2019-2021”, sarà possibile, con questo decreto, riscattare anche periodi scoperti di contribuzione, per un massimo di 5 anni. Si tratta di una possibilità vantaggiosa soprattutto per i lavoratori stagionali o per quelli che hanno una carriera di lavoro non continuativa. Anche in questo caso, tuttavia, potranno godere delle agevolazioni soltanto coloro che hanno cominciato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995. Il riscatto ammonterà al 33% dell’ultima retribuzione annuale e si potrà versare in 60 rate senza interessi. La tassa potrà essere detratta al 50% dall’Irpef in cinque quote annuali.