Si tratta di un ambizioso progetto che potrebbe avere risvolti estremamente positivi per la Sicilia in diversi campi, da quello economico a quello sociale e che sembra sempre più possibile.
Proprio nei giorni scorsi il Presidente della regione Sicilia Nello Musumeci si era indignato per aver pagato più di 500 euro per un volo da Roma a Catania, ovvero “mezzo stipendio di un impiegato e di un operaio” secondo quanto afferma il presidente stesso.
La storia del caro-voli per raggiungere la Sicilia è purtroppo storia vecchia alla quale sono sottoposti non solo i vacanzieri ma anche i residenti che sono costretti a sborsare cifre davvero alte per poter far ritorno nell’isola, che sia per fare visita ai propri cari, per lavoro o dopo una vacanza. La situazione è resa ancora più grave dalla condizione stessa della Sicilia la quale, proprio in quanto isola, non è raggiungibile se non tramite aereo o nave. Dunque non esistono molte alternative ad un volo carissimo, anche se proveniente da un altro aeroporto italiano, per giungere nella regione più grande d’Italia.
Secondo quanto riportato su La Sicilia, potrebbe però essere in arrivo una svolta: il presidente Musumeci avrebbe infatti in mente il progetto di una compagnia low cost siciliana per risolvere questi problemi. Ci sarebbe anche un nome, “Aerolinee Siciliane” e un dossier sarebbe già pronto da tempo a Palermo sulla scrivania di Musumeci e richiama l’idea del suo predecessore Crocetta, il quale tempo fa aveva annunciato di voler “mettere le ali all’Ast“.
Il nome dell’ipotetica compagnia aerea sarebbe invece lo stesso del progetto di sei anni fa per rimettere in piedi la Wind Jet, compagnia low cost siciliana. L’idea di base è quella di fornire tariffe speciali ai passeggeri siciliani e altre offerte riservate a studenti, over 65, pazienti in fase di cura e a persone con disagi finanziari. Ma l’obiettivo sociale comprende anche l’idea di rompere l’oligopolio sulle tratte più remunerative come Catania e Palermo.
La Regione sarebbe quindi pronta ad investire su questo progetto, con l’aiuto di soci privati in attesa di investire nel mercato siciliano. Se all’inizio toccherebbe alla Regione fornire i capitali per l’avvio del progetto, l’idea è appunto quella di un’impresa mista pubblico-privato. Ci sarebbe già una base: Ast Aeroservizi, società legata all’Azienda siciliana trasporti che si occupa di gestire lo scalo di Lampedusa, ma l’idea è quella di scorporare il gruppo aeroportuale dalla casa madre, per proteggere Ast Aeroservizi da future scelte di liquidazione da parte di Ast e per avere maggior potere sulla società aeroportuale.
Le basi principali del progetto sarebbero Palermo e Catania, altre a Trapani e Comiso, dove si troverebbe un mega-hangar per la manutenzione dei veicoli. Si parla di un investimento iniziale di 30 milioni fino ad arrivare a 170 milioni, per circa una sessantina di voli giornalieri e un totale di 4 milioni di passeggeri all’anno. Altro punto a favore sarebbero i 600 posti di lavoro diretti disponibili e gli 800 nell’indotto a breve scadenza; ma le disponibilità potrebbero essere molte di più se il progetto dovesse “spiccare il volo”.
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