La scelta dell'indirizzo di scuola superiore non è per tutti così semplice, e in particolar modo sarà più difficile per gli studenti frequentanti la terza media quest'anno, dato che il Miur ha anticipato al 7 gennaio l'avvio delle iscrizioni per l'anno scolastico 2019-2020, sottraendo quasi un mese di tempo rispetto agli anni passati.
La modifica ha fatto salire il numero degli indecisi dal 36% dell’anno scorso al 44% di quest’anno, secondo quanto rivela un sondaggio realizzato da Skuola.net e Radio24, su un campione di quattromila studenti. Secondo lo stesso, il numero di studenti che ha partecipato ad attività di orientamento è salito dall’ 80% all’ 87%, orientamento che però solo per uno su tre è stato decisivo ai fini della scelta.
Più decisivo sembra infatti dimostrarsi il parere dei genitori – per il 37% degli studenti intervistati – che sebbene importante non dovrebbe influenzare la scelta personale di un percorso di studi che accompagnerà lo studente per ben cinque anni. A questo proposito arriva un dato rassicurante: il 20% ha deciso in completa autonomia utilizzando il notevole vantaggio delle ricerche sul web che abbiamo oggi rispetto ad una volta.
Un altro dato che riporta il sondaggio è una differenza tra Nord e Sud: al Nord uno studente su quattro sceglierà un istituto tecnico, più votato al mondo del lavoro, mentre al Sud il 71% degli studenti sa già che andrà in un liceo. Infine, su scala nazionale la prevalenza rimane la scelta liceale – due studenti su tre andranno al liceo -, il 21% preferirà l’istituto tecnico, il 9% un istituto professionale e il 4% un corso regionale di formazione professionale.
Cosa rivelano tali informazioni? Che molti ragazzini pensano già al loro futuro lavorativo, e molti partono scoraggiati: il 53% afferma di avere già chiaro il lavoro che vorrà svolgere in seguito, ma il 55% ha paura di non riuscire a trovarlo una volta completati gli studi. Per questo molti studenti sono volenterosi di affacciarsi sul mondo del lavoro fin da subito, cosa un po’ insolita in Italia per gli under 18, ma parecchio diffusa nei Paesi anglosassoni.
Tornando a parlare dell’estero, viene fuori anche un dato allarmante: è sempre maggiore il numero di ragazzi che proietta il proprio futuro, lavorativo o universitario, fuori dall’Italia: per il 38% si tratta di una possibilità, per il 24% praticamente una certezza.
Cosa fare allora per contrastare questa tendenza? Quali cambiamenti ci aspettiamo dalle scuole per garantire un futuro lavorativo? Per il 28% le scuole dovrebbero organizzare attività di alternanza scuola lavoro. Alternanza sulla quale si è molto dibattuto e che ha fatto emergere opinioni contrastanti, ma che nonostante la drastica riduzione stabilita dal governo, l’87% degli intervistati vorrebbe ancora svolgere.
Nonostante in Italia il futuro lavorativo preoccupi i quattordicenni, e influisca notevolmente sulle loro aspettative per il liceo, questa ricerca si conclude con un dato abbastanza rassicurante: uno studente su quattro afferma di avere intenzione di scegliere l’indirizzo che maggiormente rispecchia i suoi interessi.
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