Gli antichi mestieri siciliani, dimenticati per molto tempo e ormai rari, potrebbero presto rinascere grazie a nuovi finanziamenti provenienti dalla Regione.

Gli antichi mestieri e le tradizioni popolari che alimentano la Sicilia sono a rischio ma forse non spariranno del tutto. Grazie a un finanziamento di quasi un milione di euro concesso dalla Regione, diciannove comuni siciliani faranno nascere alcune vecchie scuole volte a insegnare le arti di altre epoche.
L’assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana ha già definito la graduatoria dei progetti presentati per l’acquisto di arredi, attrezzature, spese di avviamento e promozione delle strutture. Nel frattempo si annunciano le date d’erogazione dei fondi: entro fine dicembre si otterrà un anticipo pari all’80% del totale (da saldare durante il corso del prossimo anno).
Ma quali saranno i settori agevolati da questa iniziativa positiva? Sicuramente l’agricoltura, il folclore, l’artigianato e la cultura marinesca, senza dimenticare arti esclusive dell’Isola come la costruzione di carretti siciliani, barche tradizionali e pupi.
“È un primo segnale – afferma il governatore Nello Musumeci – che intende coltivare la memoria storica di un territorio, le radici di una regione e di una comunità. Ma anche per restituire valore al lavoro manuale, che ha la stessa dignità delle altre professioni. Con l’occasione contribuiamo anche al salvataggio delle vecchie botteghe artigiane che ormai stanno scomparendo”.
Anche Sebastiano Tusa, assessore dei Beni culturali, ha espresso il suo parere in merito alla misura: “Da parte del governo c’è grande attenzione per gli antichi mestieri e il recupero delle nostre tradizioni. Un settore che negli ultimi anni è stato dimenticato o talvolta, ingiustamente, relegato a fenomeno marginale e lontano dalla sua dimensione culturale. È una delle azioni del governo Musumeci che possono ridare la giusta dignità a memorie della nostra terra che rischiano di scomparire definitivamente, cancellando l’identità di un intero popolo“.
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