Dal 2008 al 2016 un sistema di allerta sul vulcano che sovrasta Catania, ha permesso di anticipare con circa un’ora di anticipo 57 eruzioni su 59. Il sistema è basato su sensori acustici progettati dall’Università di Firenze, coordinati dal professore Maurizio Ripepe.
I costruttori hanno piazzato i sensori, in grado di mandare segnali di allerta con messaggi ed e-mail, a circa 6 chilometri dal vulcano: grazie a delle onde sonore a bassa frequenza, impercettibili all’orecchio umano, generate dalla ‘Muntagna’ prima di un’eruzione, è stato possibile anticipare l’arrivo delle eruzioni.
“La maggior parte dei circa 1.500 vulcani attivi al mondo non è monitorata in tempo reale. Lo studio delle onde sismiche legate ai movimenti del magma spesso non basta, dev’essere accompagnato da un’allerta automatica in grado di velocizzare le procedure e ridurre il rischio”, ha dichiarato Ripepe, il coordinatore del progetto.
Dopo gli ottimi risultati ottenuti sul vulcano siciliano, i sensori saranno sperimentati anche su altri vulcani, che potrebbero avere dinamiche e tempi diversi rispetto all’Etna. “L’obiettivo è creare una rete di monitoraggio globale” ha concluso Ripepe.