Ulteriori novità all'interno della prossima manovra di bilancio, secondo cui salterebbe fuori un (già contestato) bonus alle aziende che assumono laureati.
Il contenuto della prossima manovra di bilancio, a poco a poco, inizia a venire fuori: dopo le voci in merito a possibili tagli al comparto università, sarebbe intenzione del governo giallo-verde inserire un bonus che incentivi le aziende ad assumere neo-laureati che hanno inseguito il titolo col massimo dei voti (110/110 lode). Se così stessero le cose, la platea studentesca italiana non sarebbe propensa ad accogliere la nuova proposta: se proprio bisogna dare dei bonus, dicono gli studenti, sarebbe più giusto stanziarli ai singoli atenei, soprattutto al fine di contrastare i numerosi disagi alle strutture.
Proprio recentemente, infatti, le strutture accademiche di vari atenei italiani sono state duramente sottoposte alle condizioni climatiche proibitive, un po’ in tutta Italia, che ne hanno evidenziato non pochi “acciacchi”. Il provvedimento ministeriale risulta ancora in bozza: le aziende che assumono neo-laureati con 110 e lode riceverebbero uno sgravio sui contributi potenzialmente fino ad 8mila euro per ogni singola assunzione, con estensione fino a 12 mesi dalla data della stessa, in un periodo che va dal 1 gennaio 2018 al 30 giugno 2019. La condizione per l’applicazione è che l’assunto sia laureato con specialistica o mediante laurea a ciclo unico; anche in possesso di quest’ultima, sarà necessario che il titolo sia stato conseguito regolarmente (senza cioè finire fuori corso).
Su 48mila laureati annuali – per Almalaurea – solo 25 mila studenti si laureerebbero nei due o cinque anni previsti, a seconda delle modalità di laurea magistrale. Tra gli obiettori, vi è chi sostiene che si tratta di una “mancia” per le aziende e che gli stessi fondi, in previsione replicabili anche negli anni successivi, riprendano un modus operandi tipico dei governi precedenti e cioè quello di finanziare le imprese ma non la pubblica università. Sempre in ambito di numeri, le cifre stanziate, in previsione, ammonterebbero a 70 milioni per il 2018, scalando a quasi la metà (e anche meno) per 2019 e 2020. Le critiche non sono mancate neanche a proposito della mancata attribuzione di fondi per l’erogazione delle borse di studio, mentre la popolazione studentesca spera che Bussetti faccia retrofront sul negare lo stanziamento di ulteriori fondi per le università italiane.
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