Si chiamano Cannabis shop e vendono prodotti a base di canapa, commestibili e fumabili. A Catania negli ultime mesi ne sono nati tanti: LiveUnict ha fatto un giro tra i negozi catanesi intervistando i commercianti.
È di pochi giorni fa la notizia secondo cui la Coca Cola, storico marchio statunitense, stia pensando ad una bevanda al sapore di cannabis, una sostanza sempre più apprezzata: solo a Catania, negli ultimi anni, sono stati aperti diversi shop che la vendono.
Chi si reca in questi negozi può trovare infiorescenze e cristalli per fumare, ma anche tantissimi altri prodotti a base di canapa per uso domestico e quotidiano, come oli, pasta, birra e perfino il cioccolato. I commercianti sono autorizzati a vendere solo prodotti a base di cannabis con una quantità di THC, la molecola che possiede un’azione psicotropa, non superiore allo 0.6%.
Alcuni di questi prodotti vengono consumati per gli effetti terapeutici che procurerebbero, come ad esempio i cristalli (cannabidiolo puro al 99%) o l’olio sublinguale. Chi sono i clienti che solitamente ne fanno uso? LiveUnict ha fatto un giro tra i cannabis shop presenti a Catania, intervistando i commercianti: “C’è una fascia di clienti che acquistano dei prodotti per uso terapeutico – ci spiegano – anche su consiglio dei propri medici, per problemi di sonno o di stomaco; altri clienti, che arrivano a superare i 60 anni, prendono l’infiorescenza. Alcuni sono informati sul prodotto da acquistare (specialmente se lavorano all’estero e sanno come funziona questo tipo di mercato); altri si stupiscono e sanno poco a riguardo“.
Nello specifico, dalle infiorescenze essiccate della pianta di Canapa è possibile ottenere la marijuana, ossia una sostanza il cui complesso di molecole agisce al livello del sistema nervoso centrale e periferico. Le molecole responsabili sono, per l’appunto, il THC e il CBD (rispettivamente delta-9-tetraidrocannabinolo e cannabidiolo). Le due, insieme, competono per dare un effetto di tipo analgesico e rilassante e ciò perché interagiscono con i recettori responsabili del dolore, umore, memoria e appetito. Avendo un ampio spettro di utilizzo, la marijuana può indurre differenti effetti dipendenti sia dalle percentuali di THC e CBD di cui è composta, sia dalle modalità di utilizzo.
Esiste inoltre una sostanziale differenza fra questo tipo di sostanza vendibile negli shop e quella che, purtroppo, è reperibile dal mercato di spaccio. “Questa marijuana è totalmente diversa – precisa una commerciante -. Qui abbiamo un THC a norma di legge che esce da una coltivazione biologica, in strada invece trovi di tutto, avendo anche una differenza di prezzo. In base a ciò che dicono i miei clienti, questa sostanza dà soltanto molto relax“.
Ancora distino è il discorso riguardante la vendita di marijuana per scopo terapeutico: “Se un malato ha bisogno di un dosaggio particolare naturalmente dovrebbe chiedere a un medico – ci racconta un commerciante – ma quando qualcuno vieni qui ci dice soltanto il prodotto che vuole acquistare. Noi non siamo medici e non ci sostituiamo ad essi“.
Le legge che attualmente regola la produzione e vendita di prodotti a base di canapa nel nostro paese è la Legge del 2 dicembre 2016, n.242. Eppure si sa poco sul consumo e sul comportamento da tenere una volta acquistato il prodotto: i commercianti possono vendere la marijuana light anche sotto forma di cristalli o infiorescenza, purché il prodotto acquistato sia aperto e consumato privatamente al di fuori dell’esercizio commerciale. La vendita resta comunque vietata ai minori di anni 18.
C’è un vuoto legislativo che attualmente lascia libero (ma anche senza precise tutele) un mercato che è potenzialmente in espansione. L’uso di prodotti a base di canapa, che hanno un effetto sul nostro sistema nervoso, sono attualmente legali in diversi paesi del mondo ma secondo direttive anche molto diverse fra loro, che vanno dall’uso personale all’uso esclusivamente terapeutico. Oggi l’Italia si pone a favore dell’uso terapeutico ma, eccetto per i prodotti sopra menzionati, la vendita e la detenzione di marijuana è illegale e punita a norma di legge.
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