Basso il numero di docenti immessi di ruolo nell'Isola per l'anno scolastico 2018/2019. A influire il calo degli alunni e l'esodo degli insegnanti nel Nord Italia.
Secondo i dati diffusi dal Miur, in Sicilia saranno circa 2mila e 400 i precari, vincitori dell’ultimo concorso e supplenti storici inseriti nelle liste ad esaurimento, che otterranno la stabilizzazione. Un numero che può sembrare importante, ma che in realtà rappresenta soltanto il 4,2% del totale nazionale. Nella Penisola, infatti, le immissioni di ruolo per l’anno scolastico 2018/2019 sono oltre 57mila, una cifra considerevole, se rapportata al numero di docenti stabilizzati in Sicilia.
Inoltre, se si considerano le assunzioni in pianta stabile su sostegno la percentuale siciliana scende al 2 per cento scarso: 1,9 per l’esattezza. Eppure, con i suoi 770mila alunni frequentanti, l’Isola rappresenta il 10% della popolazione studentesca nazionale.
La situazione ha del paradossale considerato che all’abbondanza di precari nella regione, dove le assunzioni vanno a rilento, corrisponde una situazione inversa al Nord, dove molte graduatorie dei concorsi e dei supplenti sono ormai vuote e le immissioni in ruolo abbondano. Ma è quasi certo che gli uffici provinciali e regionali non riusciranno a completarle tutte per mancanza di pretendenti. “Pane a chi non ha i denti”, verrebbe da dire parafrasando un motto isolano.
Le immissioni in ruolo sono suddivise a metà tra vincitori di concorso e inclusi nelle Gae. Un raffronto può essere fatto confrontando i numeri siciliani con quelli del Lazio, regione con un numero di alunni simile a quello della Sicilia. Nella Capitale e dintorni le assunzioni saranno oltre 4mila e 100, il doppio di quelle siciliane. E per il sostegno un numero di stabilizzazioni quadruplo.
Tra i fattori che potrebbero aver influito nel basso numero di stabilizzazioni nella regione, il calo della popolazione scolastica e il desiderio di lavorare da parte dei moltissimi docenti siciliani che insegnano fuori dall’isola. Rispetto allo scorso anno, infatti, si nota un’ulteriore diminuzione del tasso di assunzioni, che è passato dal 6,6% del totale nazionale al 4,2% di quest’anno.
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