Pierluigi Rossi, un sessantenne impiegato alle Poste, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza “al posto” del figlio prematuramente scomparso che oggi avrebbe compiuto ventitrรฉย anni. Non si saprร mai se Flavio avrebbe deciso di percorre o meno questa strada ma i suoi genitori sono sicuri che avrebbe studiato e che si sarebbeย laureato, se non fosse stato stroncato da un proiettile quando era ancora adolescente.
Dopo il tragico incidente, gli ultimi anni della vita di Pierluigi e della moglie Annaย sono stati votati a celebrare la memoria del figlio scomparso. Flavio avrebbe voluto iscriversi al Liceo Scientifico di Asti, cosรฌ i suoi genitori hanno cercato di far rivivere il figlio tracciandone un percorso di studi come se fosse ancora vivo. Negli istituti che lui avrebbe frequentato sono state donate delle borse di studio in sua memoria per gli studenti del 1995, il suo anno di nascita. Fino ad arrivare a quella dedica sulla prima pagina della tesi in diritto di procedura penale che recitaย “A Flavio, per sempre nella nostra vita”. L’anno in cui il ragazzo avrebbe dovuto scegliere un corso di studi universitario, รจ stato il padre Pierluigi a iscriversi a Giurisprudenza, ancora una volta in memoria del figlio.
Per cinque anni, la vita di Pierluigi e stata riempita da giornate di studio intenso per fare fede alla promessa fatta a se stesso e a suo figlio di laurearsi entro i cinque anni previsti. Il padre ha scelto il corso il Giurisprudenza all’Universitร Unitelma di Roma, perchรฉ, in qualche modo, era questa la strada che si inseriva piรน di tutte nel solco della tragedia di Flavio. Quel mattino del 2007, l’adolescente si era recato a casa di un amico a giocare. Mentre conducevano una partita a biliardo l’altro ragazzo aveva cominciato ad armeggiare con il fucile del padre dal quale era partito un colpo che aveva ucciso Flavio.
La giustizia ha condannato i genitori del ragazzo e risarcito la famiglia di Flavio che ha destinato quel denaro ai bambini di Asti e del Madagascar.ย Oggi,ย Pierluigi e Anna gioiscono nel pensare che il figlio da qualche parte sia fiero di loro per avere portato a temine il percorso che egli avrebbe desiderato per lui, compiendo in qualche modo quello che sarebbe dovuto essere il suo destino.