L’Università di Bologna per un bando in Storia della Filosofia antica, l’Università di Bergamo per uno in Letteratura italiana e Letteratura francese e quella di Perugia per Storia medievale: sono solo alcuni degli atenei a cui “Trasparenza e merito” e “Osservatorio indipendente sui concorsi universitari” hanno recapitato delle lettere un po’ particolari.
Nell’oggetto delle mail preventive, direttamente rivolte a rettori delle università, direttori di dipartimento e presidenti della società della disciplina coinvolta, si scrive “Segnalazione di bando profilato”, facendo riferimento a concorsi scritti su misura per un candidato gradito all’ateneo e segnalando agli interessati possibili irregolarità.
Le due associazioni nascono pochi mesi fa con lo scopo di combattere la negligenza e l’ingiustizia legate, da fin troppo tempo, alle realtà di diverse università italiane.
Con tale scopo raccontano episodi più o meno eclatanti, difendono e non lasciano sole le persone che dall’università sono state ingiustamente fermate o allontanate e giungono persino a firmare esposti penali con gli avvocati interni.
Il coraggio e l’impegno dimostrati hanno trasformato queste organizzazioni in fonte di speranza e salvezza per migliaia di studenti: in questo primo scorcio di 2018 hanno già radunato 316 affiliati (rispettivamente 207 e 109) e più di un migliaio di sostenitori. È destinato a salire, purtroppo, il numero di uomini e donne pronti a chiedere loro aiuto per ottenere trasparenza.
Le tante segnalazioni inviate, tuttavia, volte a ricordare che la pubblicazione della valutazione dei titoli nelle procedure comparative deve avvenire prima della prova orale al fine di “prevenire rischi di manipolazione dei punteggi e di favoritismi, agevolare l’imparzialità della valutazione, anticipare ricorsi e contestazioni” sono state ignorate. Un caso isolato è stato quello dell’Università è di Bologna che ha preferito rispondere: “Grazie, siamo già attenti”.
In seguito a questo silenzio, si è scelto di passare a provvedimenti più drastici. Ammonterebbero a 86 le denunce, pubbliche o interne, riguardanti concorsi pilotati di ogni genere: posti da professore associato, triennali da ricercatori, abilitazioni scientifiche, assegni di ricerca.
“Le segnalazioni preventive rimbalzano sui muri di gomma dei rettorati italiani – dichiara Giambattista Scirè, portavoce di ‘Trasparenza e merito’. L’unico modo per ottenere giustizia e provare a cambiare l’abito culturale dei nostri atenei è quello di far emergere pubblicamente i singoli casi e rivolgersi alle magistrature“.