Si dimette il Direttore Generale dell'Università di Catania: con una lunga lettera inviata al rettore Basile, Candeloro Bellantoni spiega le sue motivazioni.
È con una lunga lettera, indirizzata al rettore dell’Università di Catania Francesco Basile, che si dimette il Direttore generale dell’Università di Catania Candeloro Bellantoni. Entrato in carica l’1 luglio del 2017, a un anno dal suo insediamento, le dimissioni del Direttore generale fanno precipitare nuovamente l’ateneo nel caos. Stando alle parole dello stesso Bellantoni, la scelta sarebbe “frutto di sofferte e profonde valutazioni maturate negli ultimi mesi“.
“Purtroppo, a distanza di un anno dal mio insediamento, devo registrare l’assoluta carenza delle primarie condizioni per portare avanti tale impegno, nonostante il prezioso e leale contributo di un ristretto gruppo di validissimi collaboratori, che hanno creduto nella possibilità e nella necessità di un profondo cambiamento di rotta dell’azione amministrativa”, spiega Bellantoni motivando le sue dimissioni nella lettera inviata a Basile.
“A tutt’oggi – si legge ancora nella lettera – riscontro che la mia azione amministrativa risulta quotidianamente rallentata non solo apertamente ad opera di chi continua a vedere nel sottoscritto, per le ragioni pia assurde e bieche, lo straniero da avversare, ma anche a causa di quella prassi, mi sia consentito, distorta e profondamente radicata nel tessuto amministrativo, fatta di continue e pressanti richieste, prive di alcun fondamento logico-giuridico, il cui accoglimento non mi è proprio possibile, perché condurrebbe la mia azione amministrativa lontana, oltre che dai veri obiettivi cui essa deve tendere, anche da quei principi di imparzialità, buon andamento, efficacia ed efficienza sui quali deve fondarsi, e dal rispetto di quel principio di meritocrazia che sempre e in via esclusiva dovrebbe orientare nella valutazione del personale le scelte di chi decide, e che ha permesso, in primis al sottoscritto, di conseguire importanti traguardi, basati sull’effettivo impegno quotidiano e sulla valutazione dei risultati raggiunti nel tempo”.
Questo il cuore di una lettera le cui parole, a tratti gravi, lasciano trapelare una situazione interna non esattamente limpida all’interno dell’ateneo di Catania che, nell’ultimo anno, non ha brillato particolarmente. Il dott. Bellantoni avrebbe dovuto restare a capo della macchina amministrativa dell’Ateneo per tre anni. Al momento del suo insediamento, Basile aveva commentato: “Sono molto lieto di accogliere il dottor Bellantoni, e sono certo che, grazie alla sua grande professionalità ed esperienza, e anche grazie al suo entusiasmo, potrà apportare un grande contributo al rilancio dell’Ateneo”.
Di origine calabrese, prima di prendere il posto di Direttore generale dell’Università di Catania, ha risieduto per oltre vent’anni nel capoluogo lombardo, ricoprendo diversi ruoli dirigenziali nell’ateneo di Bicocca, fino a quello di direttore generale. La sua nomina è avvenuta in seguito a un apposito avviso pubblico di selezione, ai sensi dello Statuto d’Ateneo, e ha ottenuto il conferimento dell’incarico da parte del Cda nella seduta del 29 maggio scorso.
Di certo, adesso l’ateneo dovrà provvedere velocemente a una riorganizzazione amministrativa, ma ulteriori chiarimenti da parte dell’ex-direttore sono auspicabili per far luce su questione che sembra celare problemi ben più profondi e radicati.
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