Scuola

Addio alla chiamata diretta dei professori: altro duro colpo per la “Buona Scuola”

Abolito il meccanismo che rientrava nella riforma renziana. I professori non saranno più selezionati dai presidi, come invece prevedeva la "Buona Scuola".

Nuova modalità di candidatura per il personale docente che sostituisce quella proposta dalla “Buona Scuola” di Renzi. Un accordo tra Miur e sindacati prevede che l’assegnazione alla scuola sarà di competenza dell’Ufficio scolastico territoriale attraverso i punteggi e le graduatorie.

Molti sindacati hanno lottato per l’abolizione della “chiamata diretta” che veniva considerato un processo affatto obiettivo e che si rivelava ad assoluta discrezione del preside. I docenti dovevano infatti fare richiesta per un determinato ambito territoriale e candidarsi poi, di anno in anno, alla scuola prescelta. L’idea prevedeva che ogni scuola potesse assumere i docenti adatti al proprio contesto a seconda delle loro caratteristiche, senza tener conto di graduatorie. Tuttavia i professori hanno visto il meccanismo come un rischio di concedere eccessivo potere ai presidi e di far dipendere la scelta da simpatie, conoscenze o antipatie.

La riforma non si rivelò efficace: dopo l’assegnazione, molti professori chiedevano di essere ricollocati con la conseguenza del problema per i presidi di cattedre scoperte a la scuola già iniziata.

Con il nuovo meccanismo i professori potranno indicare le preferenze nel momento in cui presenteranno l’istanza online, a partire dal 27 giugno e entro il 27 luglio (in caso di mancata preferenza si considererà la scuola capofila dell’ambito). Successivamente si procederà con l’assegnazione della sede per il personale neo assunto, a seconda del punteggio di graduatoria. I vincitori di concorso ordinario precederanno i docenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento.

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I posti di lavoro saranno coperti inizialmente con personale che ha ottenuto il trasferimento secondo le priorità stabilite dal contratto (legge 104, disabilità, etc.); successivamente si procederà con l’assegnazione dei posti rimanenti per il restante personale.

Non cambia nulla per chi ha ricevuto l’incarico per una sede l’anno scorso. Ma la proposta del ministro Bussetti, appena insediato, permetterà a tutti i docenti assegnati ad un ambito di presentare domanda per le scuole che preferiscono e a seconda delle loro esigenze.