Dopo tanti anni passati tra studio, esami e disperazione universitaria, il momento tanto agognato finalmente arriva: la cerimonia di laurea è uno dei momenti più attesi della propria vita, e per questo motivo, lo si vuole documentare il più possibile, per averne ricordi in eterno. Dai parenti armati di macchine fotografiche ai videomaker già chiamati dall’università, i mezzi sono tanti; come se non bastasse, con l’era dei social, ora più che mai, si documenta anche in proprio, pubblicando foto, stories, le temute dirette ed, infine, i propri selfie.
E sono proprio questi ultimi che, col passare degli anni, creano sempre più allarme tra le autorità: le fotografie così ravvicinate, infatti, permettono di vedere dettagliatamente i diplomi di laurea, permettendo ai falsari di coglierne le particolarità e riprodurli fedelmente. L’Higher Education Degree Datacheck, capitanata da Jayne Rowley, non fa che avvertire le università; tra le “vittime” dei falsari vi sono soprattutto Oxford e Cambridge, tra le più prestigiose del mondo, dove c’è la più alta probabilità di trovare i selfie dei contentissimi neolaureati.
Il pericolo di falsi si fa sempre più allarmante se si tiene in conto il fatto che un certificato “fatto bene”, compreso di spedizione, può costare all’incirca 7 dollari su eBay. Per questo, bisogna tenere in conto questo stop non come un divieto, bensì come un’avvertenza: nessuno, in fondo, vorrebbe vedersi superato in campo lavorativo, dopo tutti i sacrifici fatti per ottenere la laurea, da qualcuno che ha contraffatto le prove sulla propria istruzione. A questo punto, allora, forse vale la pena sacrificare un selfie, evitare la pubblicazione ravvicinata di una propria foto, se può servire a smorzare l’attività criminale di coloro che, anche da un momento felice, possono trovarvi fonte di lucro.