Secondo i recenti dati Eurostat, alla fine dello scorso anno l’Unione europea ha complessivamente centrato l’obiettivo che si era data per il 2020: avere almeno il 40% di laureati tra i giovani fino a 34 anni.
A tale importante risultato raggiunto nell’ambito dell’istruzione, i diversi paesi membri dell’Ue hanno però contribuito in maniera diversa, perché quando l’obiettivo venne stabilito nel lontano 2002, le università dei paesi europei erano profondamente diverse l’une dalle altre.
Tra i paesi che hanno contribuito meno al risultato, c’è l’Italia dove la percentuale dei giovani laureati cresce troppo lentamente. Basti pensare che la percentuale dei giovani laureati di età fino a 34 anni oggi in Italia è pari al 26.9, penultima in classifica, dove l’ultimo posto è ricoperto dalla Romania, con una percentuale del 26,3.
Nel 2002, la percentuale di laureati in Italia era ferma al 13%. Certo, si può dire che in questo arco di tempo il numero dei laureati sia raddoppiato, ma il dato non è sufficiente se paragonato ai progressi degli altri paesi. In primis la Romania che nel 2002, aveva una percentuale di laureati pari al 9%, oggi registra un aumento di oltre 17 punti percentuali. Il ritmo di crescita della Romania più accelerato di quello italiano fa pensare che l’anno prossimo anche la Romania possa superarci.
Importanti traguardi sono stati raggiunti anche dal Portogallo, che è passato dal 12,9% di laureati nel 2002 al 33, 5% dell’anno scorso e la Polonia invece ha triplicato i suoi giovani con diploma passando dal 14,4 al 45,7. Per non dire dei Paesi che già avevano un quarto dei laureati nella fascia di età fino a 34 anni e che oggi sono ampiamente sopra il 40%: la Francia per esempio, il Belgio, la Grecia, la Finlandia, l’Irlanda e la Slovenia, la Svezia e il Regno Unito.