Secondo una ricerca, le regioni del Sud, in particolare Calabria, Sicilia e Campania sono nel fanalino di coda per grado di copertura delle borse di studio.
Sembrava potessero sparire grazie agli interventi che hanno aumentato le coperture del Fondo integrativo statale con circa 60 milioni aggiuntivi decisi un paio d’anni fa, tuttavia, invece, gli idonei delle borse di studio, ovvero gli studenti, che pur avendo diritto al fondo di sostegno allo studio non lo ricevono per mancanza di fondi esistono ancora. Si sono ridotti è vero, perché passati dai 40 mila di circa 3 anni fa agli attuali 7.500 dell’anno accademico 2016-2017, ma il problema di una mancata copertura totale degli idonei alle borse di studio sussiste ancora.
In tal materia, ultime in classifica sono tre regioni del Sud, Campania con un grado di copertura pari al 87,6%, Sicilia penultima con l’81,3% e Calabria ultima col 67,1%, a fronte di una media italiana pari al 95,7% di copertura delle borse di studio.
Quasi tutte le altre regioni raggiungono la copertura, tranne Lombardia, Veneto e Valle D’Aosta in cui si registrano poche centinaia di casi di mancanza di fondi.
È questo il dato che emerge da un’articolo de il Sole 24 Ore che fotografa la situazione italiana sulle coperture delle borse di studio.
A riequilibrare la situazione di squilibrio, almeno in parte, gli importi medi sulle borse di studio: a fronte di una media italiana di 3.020 € gran parte delle regioni del Nord erogano contributi più bassi, tipo Trento in cui la borsa di studio è in media di 1.830 € o Bolzano in cui si stima in 2.381 € che seppur poco più alta è ancora lontana dalla media.
La Regione col contributo più alto è la Basilicata con 3.756 € erogati per ogni borsa di studio. In Sicilia, invece, i contributi raggiungono in media 2.551 € a studente.
La differenza tra le varie Regioni si spiega con diversi fattori, tra i quali i diversi costi delle tasse universitarie e il diverso ammontare dei fondi a disposizione delle regioni, che stabiliscono i criteri di merito e di reddito per avere le risorse per il sostegno allo studio.
A questo si aggiungo altre due variabili, una è lo sciopero dei docenti proclamato per giugno che potrebbe far saltare degli appelli e non consentire agli studenti di raggiungere i crediti necessari per le borse di studio e l’altra è la sentenza che ha annullato la norma sulla riforma del diritto allo studio, in particolare la parte che creava un solo ente regionale per decidere sulle borse di studio.
Così facendo, quindi, si ritorna al passato, con vari passaggi tra Stato, Regioni, Enti per il diritto allo studio ed Università, con ulteriori ritardi nell’assegnazione delle borse di studio.
Questo ha provocato una situazione paradossale con una graduatoria stilata per tempo a cui sono spesso mancati i fondi, arrivati con mesi o addirittura anni di ritardo in cui le famiglie anticipano le risorse e poi sperano di recuperarle negli anni successivi.
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