Se il buongiorno si vede dal mattino, per l’Università di Foggia, quello di ieri è stato davvero un giorno terribile. Le perquisizioni da parte della Guardia di Finanza hanno interessato soprattutto il dipartimento di Agraria, dal quale sono stati confiscati alcuni computer e dei documenti.
Il tutto parte da un’inchiesta riguardante presunte irregolarità in merito all’utilizzo dei fondi – stimati a dieci milioni di euro – concessi dal Miur, destinati alla ricerca e che invece sarebbero stati investiti in un altro modo. Si pensa, addirittura, che alcuni dei fondi siano finiti nelle tasche di alcuni professori. Inchiesta che prende una forma dalle indagini scattate un anno e mezzo fa dalla denuncia di due professori, Alessandro Del Nobile e Diego Centonze, che furono rimossi e sostituiti da altri docenti.
Nella mattinata di ieri, giovedì 12 aprile, le perquisizioni, provocando molto scalpore all’interno dell’ateneo di Foggia, hanno portato alla sospensione delle sedute di laurea e alle attività didattiche. Le presunte irregolarità riguarderebbero il Pon Ricerca e Competitività 2007-2013 ottenuto dai gruppi di ricerca del Distretto agroalimentare regionale.
In tale contesto, gli indagati per truffa e abuso di ufficio sono 21, tra cui: il rettore Maurizio Ricci; il direttore del dipartimento di Agraria, Agostino Savi; Gianluca Nardone, direttore del dipartimento Agricoltura della Regione Puglia; l’ex rettore Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici del Mibact; la pro rettore vicaria Milena Sinigaglia; il professor Antonio Pepe; il direttore generale dell’Università di Foggia, Costantino Quartucci, e altri 14 fra docenti e assistenti.