A partire da lunedì 2 aprile, i cittadini europei potranno utilizzare i servizi acquistati per accedere a contenuti online anche quando si trovano temporaneamente all’estero. Il Regolamento (UE) 2017/2018 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla portabilità transfrontaliera dei contenuti online nel mercato interno, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea nove mesi fa, stabilisce, proprio come nel caso del regolamento Roaming, la strategia per l’attuazione di un Mercato Unico Digitale. Vediamo di seguito cosa cambia per ogni abbonamento.
Netflix darà, a chi si trasferisce all’estero per un periodo limitato, il diritto di fruire senza costi aggiuntivi dei servizi di contenuti online (essenzialmente, di media audiovisivi) ai quali si siano abbonati nel loro Paese di residenza. Di conseguenza si tratta del diritto alla “portabilità del decoder” (cioè la possibilità di fruire del servizio tramite il dispositivo di accesso al servizio già abilitato nello Stato membro di residenza) e alla “portabilità dell’account” (la possibilità di accedere agli stessi contenuti su dispositivi identici per numero e categoria, per lo stesso numero di utenti e con la medesima gamma di funzionalità). Attualmente la portabilità transfrontaliera dei servizi online è ostacolata dalla protezione della trasmissione di contenuti tramite il diritto d’autore, protezione che riguarda anche le opere audiovisive e gli eventi sportivi: i contenuti sono spesso concessi in licenza su base territoriale, per cui i fornitori di servizi online possono scegliere di essere presenti soltanto in determinati mercati.
Per quanto riguarda Sky, in base alla composizione del proprio abbonamento, si potrà fruire di Sky Go e Sky Go Plus, Sky Go per i clienti Sky Q, Sky Kids, Sky Sport e Sky TG24. Accedendo a questi servizi con il proprio Sky iD dagli stessi dispositivi che si utilizzano in Italia si potrà scegliere anche all’estero il programma che si vuole guardare. Sky si riserva di verificare che l’utente continui a essere stabilmente residente in Italia. Per questo motivo, dopo 30 giorni dal primo accesso del cliente invierà a questi un’email per ricordargli che, entro i sette giorni successivi, dovrà accedere nuovamente dall’Italia per confermare la sua effettiva residenza e continuare a fruire dei programmi inclusi nel suo abbonamento.
Anche Mediaset si avvicina alla normativa europea dalla prima settimana di aprile, mentre la Rai sta ancora valutando le opzioni, seguendo con attenzione gli sviluppi della complessa normativa europea relativa al mondo dei media, “con l’obiettivo di continuare a svolgere la propria missione di servizio pubblico in linea con la stessa e con gli importanti sviluppi tecnologici in atto”.
I clienti TIMvision potranno vedere in mobilità i contenuti dell’abbonamento sottoscritto, indipendentemente dalla tipologia di rete di accesso (mobile o Wi-Fi), proprio come i clienti Apple che non corrono nessun rischio poiché Apple non traccia l’IP dei propri utenti, quindi la normativa europea non comporta alcun cambiamento per i servizi offerti.
Amazon afferma: “Questa modifica porterà beneficio immediato agli utenti iscritti ai nostri servizi, che potranno accedere ai contenuti digitali del loro catalogo domestico – nello specifico, ai film e ai programmi televisivi disponibili su Prime Video e ai brani musicali presenti su Amazon Music – quando viaggiano nell’Unione Europea”.