Una storia che è ormai da mesi alla ribalta dei quotidiani nazionali, il caso concorsi truccati ha fatto discutere a lungo. Sulla vicenda dello storico Giambattista Scirè, vincitore mai riconosciuto di un concorso per un posto da ricercatore della durata di tre anni, l’Università di Catania si sta muovendo tramite legali. Infatti, l’ufficio legale dell’ateneo ha inviato un’istanza alla Corte dei conti in cui si sottolinea il danno economico patito dall’istituzione pubblica per le scelte della commissione giudicante. Si ricorda che quest’ultima a inizio 2012 dichiarò vincitore della gara di Storia contemporanea l’architetta-urbanista Melania Nucifora relegando al secondo posto in graduatoria Scirè.
Dopo aver difeso sia la vincitrice che la commissione giudicante, adesso l’Università fa un passo indietro. Il rettore Basile mantiene il silenzio sulla vicenda, affidando la questione all’avvocato Reina, capo dell’ufficio legale dell’ateneo. Tuttavia, attorno alla figura di Reina ruotano diversi punti interrogativi. In primo luogo non viene considerato un vero e proprio delegato, in quanto non risulta tra i trentacinque delegati del professor Basile. In secondo luogo, si aggiunge il fatto che l’avvocato è stato chiamato a difendere uno dei membri che ha provocato il danno erariale all’università, come certificato dal Consiglio di giustizia e ora anche dall’Ateneo di Catania.
I giudici amministrativi hanno sostenuto che il sistema accademico è parte offesa, lo stesso rettore ha esplicitamente riconosciuto Scirè vincitore, ma l’ateneo non si è mai costituito parte civile.
La prossima udienza è fissata al 4 aprile.