Categorie: Cronaca

Catania, esplosione in via Garibaldi: chi erano le vittime

I nomi e i volti degli uomini che hanno perso la vita durante l'incidente del 20 marzo nel centro storico di Catania.

Giorgio Grammatico, 37 anni. Dario Ambiamonte, 40 ad aprile. L’uno nato in provincia di Trapani e l’altro a Catania. Sono questi i nomi dei due pompieri che hanno perso la vita durante l’incidente avvenuto ieri sera in via Garibaldi al civico 325, nel tentativo di scampare una fuga di gas all’interno di un’officina di biciclette. Entrambi erano dei pompieri provetti, uomini esperti che conoscevano bene il loro mestiere e i rischi che questo comporta.


Le immagini da via Garibaldi dopo l’esplosione


All’attivo da 10 anni, quando aveva vinto il concorso nei vigili del fuoco, Giorgio in passato aveva già prestato servizio a Bergamo prima di venire trasferito a Catania, l’anno scorso. Amante del calcio, quindici anni fa aveva militato nella squadra della sua città, Salinagrande, diplomandosi in seguito come ragioniere. Si era separato dalla moglie due anni fa, rimanendo molto legato al figlio Marco di 7 anni. L’ultima foto con lui, in cui mostra raggiante una lettera verde decorata con dei cuori rossi ricevuta in occasione della festa del papà dal piccolo.

Con Giorgio, Dario condivide gli anni di servizio. All’attivo anche lui da ormai dieci anni, era un grande appassionato di calcio, padre di famiglia che lascia tre figli e sua moglie. Originario di Catania e residente nel quartiere Cibali, sui social i conoscenti lo ricordano come un uomo solare, pieno d’energia e che amava il proprio lavoro.

All’interno del locale è stato ritrovato anche il corpo carbonizzato di Giuseppe Longo, sessantenne della zona. Al momento dell’esplosione si ritrovava chiuso nella casa in affitto in cui viveva, che aveva anche adibito ad officina di riparazione per le biciclette e da cui aveva richiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Una vera passione e non un semplice mestiere, quella di Giuseppe, che cercava di trasmettere anche ai conoscenti, come ricorda un amico presente sul luogo dell’incidente.

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La Procura etnea ha aperto un’inchiesta sul caso: si indaga e si cerca di capire cosa sia accaduto. 

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