I diplomati e i laureati italiani sono pochi. Se confrontiamo i nostri dati con quelli del resto dellโEuropa, possiamo subito notare come โ rispetto agli altri Paesi โ siamo poco istruiti. Dopo di noi, si trovano solo Spagna, Portogallo e Malta. A ciรฒ si aggiunge il fatto che leggiamo meno libri, abbiamo difficoltร a comprendere un testo scritto e i livelli superiore dellโistruzione rimangono, per la maggior parte dei casi, preclusi alle classi sociali medio-alte.
ร questa la fotografia del nostro Paese, emersa dal Rapporto sulla Conoscenza, pubblicato dallโIstat, poco incoraggiante soprattutto in termini di competitivitร con il resto dellโEuropa. Tuttavia ci sono anche alcuni lati positivi: chi ha una laurea gioca un ruolo fondamentale nella ricerca di unโoccupazione. Le competenze acquisite nel corso del proprio percorso universitario sono importantissime sia per i lavoratori dipendenti sia per gli imprenditori che traggono numerosi vantaggi dalla laurea.
Dallโanalisi condotta su piccole imprese emerge infatti che, a paritร di condizioni (settore, dimensioni e localizzazione geografica), nei luoghi in cui gli imprenditori sono piรน istruiti, anche i dipendenti tendono ad avere un livello di istruzione piรน elevato. Di conseguenza, la performance delle imprese risulta estremamente positiva in molti ambiti: salari, tassi di sopravvivenza, posizione sul mercato del lavoro.
In generale, pare che il livello dโistruzione influisca enormemente sul reddito e sulle possibilitร di occupazione. In Italia, nel 2016 il tasso di occupazione delle persone tra 25 e 64 anni con istruzione terziaria (laurea e titoli simili) รจ al 79,8% contro il 51,2% delle persone con al piรน un titolo secondario inferiore. A questo dato si aggiungono le differenze sulla retribuzione: il divario tra gli individui con istruzione alta e istruzione media nel 2014 รจ pari al 48,3%, quello tra individui con istruzione media e bassa al 21,4%.