Lunedì 19 febbraio, alle ore 18, si terrà presso la Scuola Superiore di Catania, nella sede di Villa San Saverio (via Valdisavoia 9), l’incontro con Eugenio Benedetti, un imprenditore che, partendo da Catania, è stato capace di attraversare la storia del Novecento, mantenendo un costante dialogo con mondi che il clima politico internazionale rendeva inaccessibili agli occidentali.
Tema dell’incontro è una conversazione dal titolo “Tra Cina e Russia passando per l’Africa”, nel quale approfondirà gli scenari con cui ebbe a confrontarsi nel corso della sua lunga e fortunata carriera, le questioni politiche ed economiche con cui si misurò in un’Europa profondamente diversa da quella di oggi richiamando, inoltre, alcuni episodi della sua esistenza e la sua grande passione per l’archeologia e per la cultura del mondo mediterraneo.
Pioniere dell’internazionalizzazione dell’industria e della tecnologia italiana, Eugenio Benedetti ha infatti partecipato alla industrializzazione e alla creazione di infrastrutture in Russia, in Angola, in Afghanistan, in Cina e in Kazakistan, intessendo importanti relazioni professionali e rapporti personali con i maggiori statisti di quei Paesi: da Kruscev, a Mao Tse Tung, a Chou en Lai, a Nehru, a Gorbaciov.
Appartenente ad una prestigiosa famiglia di medici catanesi, Benedetti lasciò la città negli anni Cinquanta e da lì si mosse verso l’Europa dell’Est, animato dal desiderio di aprire quei mercati ai prodotti e alle industrie italiane. Nel 1980 premiato a Mosca con il Mercurio d’Oro per aver costruito più di cento fabbriche. Benedetti operò anche in Angola, Afghanistan e Cina, a cui fornì macchinari e automezzi per la costruzione di infrastrutture.
Ritiratosi dagli affari nel 2009, il suo nuovo campo d’azione divenne la filantropia. Inizia così a collaborare con la S.I.B. (Società Italiana per la Beneficenza) istituita al Cairo nel 1899 e creatrice nel 1903 dell’Ospedale Italiano al Cairo “Umberto I”, il cui primario e direttore fu Empedocle Gaglio, prozio di Benedetti. Ne deriva un’espansione che oggi conta altre tre Fondazioni omonime: a Roma, in Svizzera e nel Principato di Monaco. Per la sua attività, nel settembre 2014, è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferitagli “motu proprio” dal Presidente Giorgio Napolitano.