L’Istat ha reso noti i preoccupanti dati sulle donne vittime d’abuso nel mondo, spesso proprio sul posto di lavoro. Per la prima volta sono stati analizzati anche i casi di molestie rivolte a persone di sesso maschile.
In periodo di campagne per la sensibilizzazione, di proteste femminili contro le violenze, del #Metoo e della presa di posizione di milioni di ragazze in tutto il mondo, l’Istat rende noti dati certamente preoccupanti in merito ai casi di violenze e abusi sulle donne in tutto il mondo. E, mentre sul web le campagne social in favore della parità sessuale, promosse dalle donne in carriera e dalle star, sarebbero ancora derubricate a semplici operazioni pubblicitarie, i dati mostrerebbero, invece, come circa 8 milioni e 816 mila donne siano state interessate nell’arco della loro vita da un qualche tipo di molestia sessuale, specialmente sul posto di lavoro.
Il report dell’Istat, relativo al periodo 2015-2016, stimerebbe nello specifico, come in soli tre anni siano oltre tre milioni le vittime di abusi e ricatti sessuali in ufficio, gettando luce su un fenomeno gravissimo e diffuso. Come se quello professionale non fosse già un mondo inaccessibile e difficile, ogni anno circa il 7,5% (un milione e 173 mila) delle donne si troverebbe di fronte la possibilità di ricevere molestie sessuali sul posto di lavoro, sentendosi rivolgere, spesso, minacce a sfondo sessuale al fine di ottenere un impiego, mantenere la propria occupazione o cercare un avanzamento di carriera.
Questi numeri rappresenterebbero un vero e proprio schiaffo morale per quanti, da tempo, lamentano il fatto che si discutano e “pubblicizzino” soltanto i casi di molestie sulle donne, trascurando, di fatto, la larga fetta di uomini protagonisti a loro volta di fenomeni di abusi. In realtà, invece, il report Istat prenderebbe in analisi anche la controparte maschile, riscontrando come, sebbene circa 3,7 milioni di uomini dichiarino di aver subito molestie nella loro vita (274mila solo negli ultimi tre anni), l’incidenza di atti di violenza riguardi marcatamente in primis le donne. Inoltre i dati confermerebbero la convinzione secondo cui, nella parte dei casi, siano proprio persone di sesso maschile a perpetrare le violenze, con un’incidenza del 97% per le donne e dell’85,4% per gli uomini.
Tra gli atti di molestie più diffusi, quelle verbali interesserebbero circa il 24% della popolazione femminile, colpita da battute oscene sul proprio corpo, proposte indecenti e commenti volgari, mentre la percentuale scenderebbe a 8,2 per gli uomini. Tra contatti fisici non graditi, fenomeni di esibizionismo e pedinamenti, i casi di molestia prolificherebbero a dismisura e sarebbero compiuti per il 15% da sconosciuti o conoscenti di vista, mentre i luoghi più a rischio per le donne sarebbero i mezzi pubblici e per gli uomini pub, discoteche e bar.
In questo quadro sconfortante la strada da percorrere sembrerebbe, purtroppo, ancora in salita, specialmente se si considera che su circa due milioni di persone che hanno subito abusi almeno una volta nella vita, e, soprattutto, in minore età, circa il 62,1% degli uomini e il 42,7% delle donne non ha mai svelato o denunciato la violenza subita. In quest’ottica e più che mai, quindi, le campagne di sensibilizzazione si rivelano tutt’altro che superflue o ridondanti, scoperchiando un vaso di Pandora che può riguardare chiunque, donne o uomini, e su cui bisognerà lavorare ancora a lungo e con sempre più impegno.
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