Dopo aver truffato decine di studenti, l'università fantasma "Unipolisi" chiude i battenti e sparisce nel nulla.
La “Unipolisi”, università Svizzera con sede a Disentis (Canton Grigioni), chiude improvvisamente: non è rimasta nessuna traccia dei vertici, sparita la documentazione inerente ai percorsi accademici e disoccupati gli insegnati. A pagarne le conseguenze sono gli studenti, gli stessi che avevano pagato anche le esose rette richieste dall’Ateneo. Adesso, si ritrovano ad essere fantasmi dal punto di vista universitario, poiché nessuna università europea riconoscerebbe i loro studi fatti alla “Unipolisi”. Ma cerchiamo di capire come sono andate le cose.
Si tratta di giovani italiani aspiranti fisioterapisti o infermieri che, dopo aver fallito i test a numero chiuso che mettono a disposizione pochissimi posti, avevano deciso di seguire dei corsi universitari all’estero, pur di non rinunciare al proprio sogno. Non si era trattata di una scelta fatta a cuor leggero: una retta da 8 mila euro l’anno, più le spese per vitto, alloggio e permanenza per i periodi in cui era richiesta la presenza fisica degli studenti in Svizzera. Tutti pagati con consapevolezza di avere almeno la garanzia di un team di docenti di alto livello, con curricula di prestigio, di cui si vantava tanto la presunta”Unipolisi”.
Oltre a richiedere la presenza dei ragazzi per lezioni ed esami, la “Unipolisi” richiedeva che ci fosse anche un collegamento a distanza, ovvero un collegamento diretto da casa all’ateneo. In base a quanto testimoniato da genitori e studenti, non si trattava di un’università che faceva beneficenza, ma, al contrario, i ragazzi erano impegnati con lo studio e sostenevano regolarmente gli esami. Le lezioni e gli esami avevano luogo a Disentis in un palazzo al civico 18 di via Sursilvana, dove nelle vicinanze era situata la segreteria.
Al momento, nessuno risponde più né alle chiamate né alle mail. Si presume che uno dei responsabili della struttura sia stato arrestato. Lo scandalo riguarda Fisioterapia e Scienze infermieristiche, corsi di laurea illustrati sul sito della “Unipolisi” come due delle loro eccellenze. L’università aveva falsamente garantito un “apparentamento” con altre università dell’Unione europea, condizione fondamentale a consentire agli studenti di passare ad un altro ateneo. “Apparentamento” che, nella realtà dei fatti, non è mai avvenuto. Ciò rende i ragazzi truffati dei naufraghi universitari in cerca di un porto che non potranno trovare. Tra le vittime ci sono giovani di Milano e di Monza.
Al momento, gli studenti beffati dalla “Unipolisi” si stanno raccogliendo per imbastire una causa comune contro l’ateneo che propinava il falso intendo di “formare professionisti competenti in campi destinati ad influenzare in maniera sempre più incisiva l’evoluzione delle nostre abitudini di vita, e ad incidere sul sistema economico e produttivo”, come si può leggere nel manifesto del loro piano di studi.
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