In seguito alle modifiche contrattuali degli operatori, che prevedono adesso una tassazione mensile e non più a quattro settimane, Vodafone e Tim annunciano rincari del 6,8%. Il Codacons ha così deciso di rivolgersi all’Antitrust.
In seguito alle modifiche contrattuali degli operatori, che prevedono adesso una tassazione mensile e non più a quattro settimane, Vodafone e Tim annunciano rincari del 6,8%. Il Codacons ha così deciso di rivolgersi all’Antitrust.
Così come richiesto dalle direttive europee, dall’inizio di quest’anno tutte le compagnie di telefonia mobile dovranno riscuotere il pagamento delle tariffe tassativamente con cadenza mensile e non più, quindi, ogni quattro settimane. La tassazione a quattro settimane, infatti, ha finora consentito alle compagnie di riscuotere tredici pagamenti annuali anziché i dodici previsti dalla legge. Con l’adeguamento alle normative europee, tuttavia, Tim e Vodafone hanno altresì comunicato ai propri clienti un aumento del piano contrattuale intorno al 6,8%.
È stato consegnato ieri dal Codacons, quindi, un esposto all’Antitrust, in cui si denuncia il comportamento non corretto dei due operatori, rei di aver rincarato contestualmente i piani tariffari dei clienti, annullando di fatto tutti i vantaggi derivanti dalla fatturazione mensile richiesta per legge. In tal modo, pertanto, gli utenti continueranno a corrispondere annualmente il pagamento di un mese in più. Nella denuncia del Codacons si può leggere come “Tim e Vodafone, pur tornando alla fatturazione mensile, sembrerebbero aver confermato l’aumento delle tariffe (di una percentuale pari a 6,8% già avvenuto in forza del passaggio alla fatturazione a 28 giorni), richiedendo ai loro clienti lo stesso canone annuo spalmato su 12 mensilità, anziché 13”.
Lo stesso diritto della clientela di recedere gratuitamente dal contratto e di affidarsi ad altri operatori telefonici sarebbe, sempre secondo il Codacons, non del tutto attuabile e rappresentativo del diritto dell’utenza. Continua, infatti, il Codacons “la pratica posta in essere da Tim e Vodafone sembrerebbe doversi intendere come una strategia collusiva improntata a un’imposizione unilaterale di vantaggiose condizioni contrattuali ai danni del consumatore, idonea a privare quest’ultimo di qualsivoglia alternativa per la garanzia dei propri diritti. Il contestuale e medesimo aumento delle tariffe contrattuali, posto in essere dalle principali compagnie telefoniche, rappresentative di una quota di mercato indiscutibilmente irrilevante, sembrerebbe integrare un’intesa orizzontale volta al coordinamento delle rispettive politiche commerciali sul prezzo”.
Sullo stesso fronte anche l’Unione nazionale consumatori fa sapere che è già stato inviato un esposto all’Antitrust e all’Autorità delle Comunicazioni contro Vodafone e Tim, accusate anche di non aver adeguatamente informato al propria utenza.
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