Nel giro di un decennio il numero degli immatricolati in Giurisprudenza è diminuito notevolmente: si parla di circa il 38% in meno di studenti rispetto all'anno 2006/2007. Allo stesso tempo sono aumentanti gli avvocati stranieri che decidono di svolgere la propria professione in Italia.
L’Italia è la patria del diritto, grande eredità del mondo romano, ma allora perché continuano a diminuire gli aspiranti avvocato? Cosa accade a una delle professioni italiane più popolari? Stando ai dati nel decennio che intercorre tra l’anno accademico 2006/2007 e il 2016/2017 i corsi a ciclo unico di Giurisprudenza hanno assistito ad un vero e proprio calo nelle immatricolazioni, passando da 29mila iscritti a 18mila. Si parla di 11mila iscritti in meno, che equivale ad un saldo negativo del 38%.
Ma perché gli iscritti a Giurisprudenza, così come gli aspiranti avvocato continuano a diminuire anno dopo anno? Le motivazioni secondo gli esperti potrebbero essere molteplici, a partire dal numero programmato per molti corsi degli Atenei italiani, anche se Michele Bonetti, Presidente supplente di una delle Commissioni per l’esame di abilitazione alla professione forense, stando a quanto rivelato a La Repubblica, ritiene che ” la conseguente diminuzione del numero dei laureati in legge sia condizionata dal problema degli sbocchi professionali successivi e dall’accesso alle professioni forensi”. Accesso ai concorsi pubblici sempre più difficile, esame di abilitazione alla professione di avvocato anch’esso sempre più complesso e selettivo e concorso in magistratura possibile solo dopo la specializzazione biennale sono solo alcune delle ragioni che scoraggiano i giovani ad inseguire questa strada.
Allo stesso tempo dalla Commissione europea arrivano dei dati, che dimostrano una controtendenza a quella del calo degli aspiranti avvocato. Si stima, infatti, che nell’ultimo decennio siano giunti in Italia ben 2461 avvocati con il titolo conseguito all’estero, il 98% dei quali proviene dalla Spagna. Questo fenomeno in crescita non è determinato dalla mancanza di avvocati italiani, bensì è causa del fenomeno delle abilitazioni estere all’interno dell’Unione Europea, che ha coinvolto tutte le professioni, compresa quella dell’avvocato. Sono, invece, 470 coloro che hanno discusso la tesi in Giurisprudenza in Italia e poi si sono trasferiti all’estero, l’83%di loro ha scelto il Regno Unito.
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