Il 2017 è stato un anno fortunato per gli amanti della pizza: dal riconoscimento dell’arte del pizzaiuolo napoletano come Patrimonio dell’Umanità al più recente decreto firmato lo scorso 13 dicembre in Sicilia dall’Assessore regionale alla Formazione Roberto Lagalla.
Il riconoscimento del pizzaiolo come profilo professionalizzante apre nuove strade nel mondo della formazione, dando il via a possibili corsi per il conseguimento della qualifica di pizzaiolo – un passo necessario per l’apertura di nuovi locali e per garantire la massima professionalità, secondo Stefano Catalano, dirigente Cifa Italia e coordinatore dell’Unione Pizzaioli Italiani.
Catalano vede infatti nel decreto una vittoria che porterà al riconoscimento dei lunghi anni d’esperienza dei pizzaioli siciliani e aggiunge: “Il decreto della Regione caratterizza il profilo con le peculiarità necessarie perché in futuro anche a livello europeo possa essergli attribuita una paternità esclusiva italiana. Il pizzaiolo siciliano non è, infatti, soltanto un operatore specializzato nella produzione di pizza e focacce ma opera sull’intero processo della lavorazione, dall’impasto al forno, garantendo gli standard di qualità e gusto della tradizione”; un tema ricorrente anche nel napoletano e che ha spinto il presidente dell’associazione Noiconsumatori, già nelle ore successive alla conferma dell’Unesco, a chiedere che venga creato un corso di laurea per la formazione delle nuove generazioni di pizzaioli.
La speranza è quindi di non dover aspettare troppo per avere una più vicina alternativa all’Università della Pizza di Padova, un ateneo speciale che, sebbene non rilasci una vera laurea, forma i suoi studenti nelle tecniche della preparazione della pizza, marketing e gestione dei locali.