Si tratta di un video di ricercatori e docenti di Roma Tre che designa un quadro allarmante degli atenei del nostro Paese e una barzelletta che mette a nudo i mali delle Università.
“Uno studente tedesco, uno francese e uno italiano si iscrivono all‘Università…”
Che cosa li aspetta?
Dietro al video ideato dai docenti e ricercatori dell’università Roma Tre, che confronta gli investimenti sull‘istruzione in Europa sotto barzelletta, c’è la grande filosofia del “ridere per non piangere”. Inizia proprio come le classiche barzellette “Ci sono un tedesco, un francese ed un italiano”, confrontando i tre paesi europei e spiegando quali sono le differenze tra la spesa pubblica dell‘Università in base al Pil, le spese annue di uno studente e i docenti universitari con più di 50 anni e non solo.
Il video è stato e continua ad essere condiviso in rete, sui canali social mediante il progetto di ricerca sulla “Popolarizzazione della politica” sviluppato nel Dipartimento di Comunicazione e Spettacolo dell‘Università degli Studi RomaTre. Il confronto è imbarazzante, poiché lo studente italiano rimane in mutande mentre quello tedesco e francese possono utilizzare il computer e le tecnologie di ultima generazione, riescono ad accedere alle cattedre e guadagnano quasi il doppio del collega italiano che, invece, rimane con un banchetto ed un abaco.
Dietro la barzelletta in realtà vi è una dura verità: la verità di ragazzi e ragazze che nonostante i continui sacrifici e la tenacia nel continuare gli studi e nel creare un futuro degno, non vengono ricompensati dal sistema, determinando spesso ulteriori rinunci. Chi intraprende la carriera universitaria nel Bel Paese sa che non avrà vita facile; tutto questo è causato da un numero altissimo di studenti per docente, pochi investimenti nel settore dell’istruzione e della ricerca e la possibilità di rimanere disoccupato dopo l’acquisizione del titolo, l‘anzianità dei professori.
La barzelletta non è per nulla divertente e sebbene, possa far nascere un sorriso, in realtà ci sarebbe anche un senso di tristezza e di accorgimento nei confronti del nostro sistema. Un sistema da cambiare assolutamente, se si vuole portare avanti l’evoluzione del paese e l‘istruzione dei giovani che rappresentano il futuro.