Si è concluso l’incontro “La centralità siciliana nella globalizzazione” organizzato nell’aula magna del Palazzo delle Scienze nell’ambito del ciclo di appuntamenti tematici dal titolo “Le Giornate dell’economia del Mediterraneo” promossi dalla Fondazione Curella ed in programma tra Palermo e Catania fino a sabato.
L’evento ha visto la partecipazione di un massiccio numero di studenti e ha permesso di mettere in luce diversi aspetti centrali dell’economia del Mediterraneo. Ad aprire i lavori, il rettore Basile e la direttrice del dipartimento di Economia e Impresa Michela Cavallaro. Il rettore ha invitato gli studiosi e gli esperti “a promuovere sempre più la centralità della Sicilia nel Mediterraneo soprattutto per il futuro occupazionale dei nostri giovani” auspicando “un ruolo da protagonista del nostro Ateneo anche nella soluzione di fenomeni come la migrazione che richiede un intervento decisivo degli Stati del Mediterraneo anche per i risvolti economici del fenomeno”. Il prof. Basile ha affermato inoltre che la Sicilia deve puntare sempre più “sullo studio e sulla valorizzazione dei beni culturali e degli itinerari turistici che devono maggiormente attrarre gli studenti stranieri e in particolar modo dell’area del Mediterraneo nella nostra isola per la formazione e la ricerca”. “In questo modo eviteremmo la fuga dei nostri cervelli nel nord dell’Italia e dell’Europa e offriremmo anche nuovi sbocchi professionali ai nostri giovani” ha concluso il prof. Basile.
L’evento ha visto prendere parola diversi esperti del campo che hanno esaminato e provato a dare risposte sul fenomeno. A concludere l’incontro, il professore Pietro Busetta, presidente della
Fondazione Curella che ha invitato “il Paese a scommettere di più sul Sud dove, invece, continuiamo a registrare uno spopolamento impressionante”. “Per bloccare questo fenomeno occorre creare in Sicilia nei prossimi dieci anni 900mila posti di lavoro, attraverso l’attrazione di investimenti dal Nord d’Italia e dall’estero” ha aggiunto il prof. Busetta.