Università di Catania

UNICT – Lavare le mani: l’importanza che ha questo gesto in ambito sanitario

Un gruppo di studenti del corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche saranno i protagonisti di un laboratorio promosso al Policlinico Vittorio Emanuele di Catania. Il tema centrale è l’importanza del lavarsi le mani. Un gesto che troppo spesso viene sottovalutato e che omesso per lungo tempo comporta risvolti negativi, nonché pericolosi per la salute.

Nelle unità operative dell’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, è stato avviato un laboratorio per aumentare la coscienza sull’importanza dell’igiene personale e in particolare sensibilizzare il personale sulla tecnica del lavaggio delle mani. Gli studenti del corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche, che saranno guidati dalla direzione medica del Policlinico, promuoveranno inoltre il corretto esercizio del protocollo aziendale, attraverso box pedagogici e materiale informativo.

Il progetto per sensibilizzare il personale sull’importanza della cura da riversare nelle  tecniche di lavaggio delle mani è stato promosso in collaborazione con il coordinatore del corso Angelo Gambera, la dott.ssa Gabriella Patanè, il dott. Vincenzo Parrinello, dell’Unità operativa per la Qualità e Rischio clinico del Policlinico e il dott. Salvatore Galeano, della direzione medica del Policlinico. Il laboratorio si rivela essere di valore anche per gli studenti coinvolti i quali avranno modo di approfondire le tematiche correlate all’igiene in ambito sanitario e nelle unità operative degli ospedali.

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L’importanza del lavaggio delle mani in ambito ospedaliero, è stato messo in evidenza solo a partire dalla metà dell’Ottocento, grazie all’operato del medico Ignaz Semmelweis. Questo ginecologo ungherese si può considerare il precursore dei primi studi su questo tema. L’osservazione di come nessuno, né medici né studenti, si preoccupasse di lavare le mani al seguito delle autopsie e prima di entrare in sala parto, condusse il medico a constatare i rischi che comportava l’assenza di questa pratica. Ad esempio, di come fosse dovuto proprio al mancato lavaggio delle mani in seguito alle autopsie eseguite sulle puerpere morti che i ginecologi di quel tempo diffondevano le infezioni. Constato il diffondersi di germi e batteri per queste ragioni, il medico ungherese Semmelweis dispose delle nuove norme nell’ospedale viennese in cui lavorava.  Così a partire dal maggio 1847, tutti i medici e gli studenti, prima di entrare in sala parto, avevano l’obbligo di disinfettare le mani con il cloruro di calcio. I risultati di questo nuovo metodo furono di grande impatto: la mortalità per febbre puerperale o  sepsi materna, passò dall’11% all’1%.

Nonostante siano passati ben 150 anni da quando Semmelweis rese obbligatorio il lavaggio delle mani tra i suoi collaboratori, ancora oggi questa pratica viene spesso presa in scarsa considerazione dal personale sanitario, per questo si rende necessaria una loro formazione continua, in grado di aumentare la consapevolezza dei rischi che comporta il mancato lavaggio delle mani nelle pratiche sanitarie.