La messa a disposizione è un’ottima possibilità per gli aspiranti docenti che non sono ancora inseriti nelle graduatorie di istituto. L’inizio del nuovo anno è il momento giusto per inviarle.
L’anno scolastico 2017/18 è iniziato da poco più di un mese, ma le cose non sembrano filare liscio dovrebbero: sono, infatti, circa 15000 gli insegnanti che mancano, la metà dei quali per il sostegno. Una pessima notizia per gli istituti che hanno dovuto avviare le convocazioni per eventuali supplenze che assicurino le attività didattiche fino alla fine dell’anno. E una buona notizia per gli aspiranti insegnanti per i quali si presenta un’ottima opportunità da non farsi scappare.
Un ottimo mezzo per candidarsi alla copertura di questi posti vacanti, soprattutto per coloro che non sono inseriti nelle graduatorie, è la messa a disposizione (MAD), ovvero una candidatura spontanea da inviare alle scuole per essere impiegati come supplenti di docenti ma anche come personale ATA. La redazione della domanda è un momento parecchio importante per fare una buona impressione e, così, spiccare tra le moltissime domande che ogni anno arrivano agli istituti. Per questo motivo, è necessario essere formali ma allo stesso tempo efficaci e puntuali. Tra i principali dati che bisogna inserire, ci sono: i dati anagrafici, i titoli conseguiti e le annesse votazioni, e le esperienze nel settore scolastico, la classe di concorso per la quale si è abilitati o per la quale si può insegnare.
Uno degli aspetti positivi del MAD, oltre a poter fare richiesta senza essere in graduatoria, è la possibilità di inviare la candidatura in più istituti e in diverse province, un elemento importante che aumenta per gli aspiranti insegnanti le possibilità di essere chiamati. Secondo le statistiche, tra le province in cui è consigliabile inviare le domande ci sono quelle del Nord e del Centro Italia, escludendo però le grandi città che, solitamente, hanno un gran numero di richieste.