Quella del bonus cultura di 500 euro, lanciato poco più di un anno fa e riservato agli studenti neo-maggiorenni classe 1998, sembrava un’iniziativa davvero lodevole volta ad avvicinare i giovani all’acquisto di libri, biglietti per concerti, spettacoli teatrali o cinema, visite ai musei o aree archeologiche.
Nonostante l’idea sia nata con i i più buoni propositi, solo il 61% degli studenti che hanno compiuto 18 anni nel 2016 ha beneficiato il bonus. Per realizzare ciò, il governo Renzi ha stanziato 290 milioni di euro avanzandone così 114 milioni. Chi lo ha richiesto difficilmente è riuscito a spendere tutti i 500 euro in attività culturali o nell’acquisto di libri. Secondo quanto riportato da Striscia la Notizia durante un servizio della scorsa primavera, il bonus è stato anche oggetto di un illegale baratto tra librerie e studenti che, in cambio dell’intero importo della 18app, hanno fornito ai giovani la metà del compenso in contanti. Tra alti e bassi l’iniziativa è stata rinnovata anche per i nati nel 1999 – ampliando il catalogo culturale in musica, cd e corsi (teatro, danza, lingue etc.) – che potranno spenderlo entro il 31 dicembre 2018. Tuttavia, dato l’inaspettato flop, il bonus cultura difficilmente verrà rinnovato anche per il 2018.
Ma a cosa è dovuto questo flop?
Alcuni studenti accusano la scuola di non aver parlato del bonus cultura incitando a richiederlo. Altri invece, durante le visite ai musei in territorio europeo, hanno beneficiato della riduzione del 50% del prezzo per i giovani europei di età compresa tra i 18 e i 25 anni (non cumulabile con altri sconti o riduzioni). Nota dolente riguarda la percentuale dei lettori italiani che dal 2010 al 2014 ha subito una forte discesa. Solo di recente i dati hanno visto un leggero rialzamento delle percentuali grazie all’aumento dei cosiddetti “lettori forti”, ovvero coloro i quali nell’arco di un anno riescono a leggere dodici o più libri.
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