Si è svolto il 5 settembre scorso l’atteso test nazionale di Medicina e Chirurgia che, numeri alla mano, ha coinvolto quasi 67 mila studenti in tutta Italia a caccia dei 9.100 posti messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione, in accordo con i singoli atenei italiani.
E se in queste ore, attraverso sondaggi e prime indiscrezioni, è caccia al punteggio minimo necessario per accedere all’ambito corso di laurea del settore medico, come ogni anno ci sarà il rischio di dover rinunciare al proprio sogno per una questione di punti…oltre la virgola! Ci si gioca davvero tutto in quelle 60 domande e in quei 100 minuti, con il rischio di una parità di punteggio, non troppo remota come racconta la storia, in graduatoria.
Ma cosa succede in caso di parità di punteggio? Quali sono i criteri di selezione nell’eventualità? Il Miur, così come precisato al punto 6 del bando ufficiale presentato alle aspiranti matricole, in caso di parità applica i seguenti criteri:
a) prevale in ordine decrescente il punteggio ottenuto dal candidato nella soluzione, rispettivamente, dei quesiti relativi agli argomenti di ragionamento logico, cultura generale, biologia, chimica, fisica e matematica;
b) prevale il possesso, entro la data della chiusura delle iscrizioni, di certificazioni linguistiche del seguente allegato 3, così come dichiarato dal candidato all’atto dell’iscrizione alla prova. Il possesso di certificazioni linguistiche richieste ai candidati potranno essere controllate dalle amministrazioni coinvolte nel processo, con rischio di esclusioni all’atto dell’immatricolazione e sanzioni penali;
c) in caso di ulteriore parità, prevale il candidato anagraficamente più giovane.