Accesso alle scuole di specializzazione: cambiano le regole per i laureati in Medicina, ma il bando tarda ad arrivare e le proteste sui social infiammano gli animi.
Mesi di attesa per 13 mila laureati: è il bilancio sfortunato per i neolaureati in Medicina che, ormai da tempo, sono in attesa del bando per il concorso che tarda ad arrivare. È in gioco l’accesso alle scuole di specializzazione, tappa importantissima per tutti coloro che si preparano a completare il percorso di studio per diventare medici a tutti gli effetti. Solitamente, il test d’ingresso si svolge a fine luglio, ma quest’anno non ci sono notizie nemmeno del bando che avrebbe dovuto essere pubblicato entro la fine di aprile.
Il ritardo è dovuto all’intenzione della ministra Valeria Fedeli di cambiare le regole sulle scuole di specializzazione per migliorarne la qualità. In particolare, nelle intenzioni della ministra c’è quella di censire e valutare le 1.433 sedi in base a criteri precisi, come standard di assistenza degli ospedali, numero di pubblicazioni dei docenti. “Garantire che le nuove specializzande e i nuovi specializzandi siano inseriti in percorsi accreditati secondo criteri di sempre maggiore qualità e trasparenza e affinché la prossima selezione risponda di più alle attese delle nostre laureate e dei nostri laureati”, erano state queste le parole della ministra a proposito dei cambiamenti. Una novità importante che, però, si sta rivelando difficile da mettere in pratica per via dei tempi lunghi probabilmente legati a problemi burocratici.
Il ministero dell’Istruzione, però, fa sapere che l’attesa sta per finire. In una nota del 12 agosto ha, infatti, assicurato che la procedura di accreditamento delle scuole di specializzazione è in fase di conclusione: i documenti sarebbero nelle mani del ministero della Salute che dovrebbe, dopo averli visionati, rinviarli al Miur. Ci sarà poi la pubblicazione del bando in cui compariranno i posti disponibili e, a distanza di 60 giorni, potrà svolgersi il test d’ingresso. Visti i tempi, il concorso potrebbe slittare a inizio novembre e c’è chi ipotizza che verranno comunque utilizzate le vecchie regole.
Nel frattempo, la rabbia dei giovani laureati aumenta e sui social scattano innumerevoli proteste. L’Italia è un Paese che non riesce a dare certezze, un luogo di “incompetenza e inadempienza”: è questa la principale percezione dei neo-laureati che, amareggiati, riversano la loro rabbia sui social. Senza specializzazione, dice Federico su Facebook, i medici sono trattati come delle “nullità”; e Mia, con una metafora, riassume perfettamente la situazione: “Mi sento più o meno così: un pomodoro lasciato al sole a marcire, nelle mani di un contadino improvvisato che ha fatto una serie di errori di calcolo e che ora non è capace di tirarsi fuori dai guai”.