A distanza di un anno dalla laurea sono stati intervistati circa 800 laureati (571 laureati triennale e 203 laureati magistrale). Grazie ai dati pubblicati è possibile tracciare la condizione occupazionale di tali studenti e il loro profilo professionale.
Risulta che gli studenti di Economia impiegano in media 6 anni per conseguire la laurea triennale (e dunque l’età media alla laurea di primo livello risulta essere di 25 anni), ma alla magistrale i tempi si riducono sensibilmente giacché impiegano 3 anni per conseguire il titolo. Ai fini lavorativi, per incrementare le proprie possibilità professionali, il 35% dei laureati ha partecipato ad attività di formazione, mentre ben più della metà degli specializzati (il 63% circa) ha fatto almeno un corso di formazione; risulta comunque abbastanza evidente che le possibilità lavorative aumentano per gli specializzati: il 51% degli specializzati lavora contro il 30% dei laureati; è interessante notare che i neo-laureati non si iscrivono subito alla magistrale né cercano subito lavoro, ma il 30% circa di essi si impegna in un corso universitario o praticantato, contro il 6% degli specializzati.
Dati molto rassicuranti arrivano dal punto di vista occupazionale sul lavoro dopo la laurea: dalla laurea triennale, infatti, trascorrono in media 5 mesi prima di lavorare, all’incirca lo stesso tempo che impiegano gli specializzati; inoltre il 37% dei lavoratori specializzati ha un contratto a tempo indeterminato, contro il 28% dei laureati mentre appena l’8% svolge un lavoro autonomo. Risulta più semplice trovare un impiego nel settore primario: il 4% dei laureati lavora nell’agricoltura contro l’1% degli specializzati; invece il 10% degli specializzati lavora nel settore secondario.
Da questi dati, risulta evidente che nell’ultimo anno diversi laureati e specializzati hanno trovato quasi subito un impiego attinente alle loro capacità, passioni e studi; difatti il 39% degli specializzati ha definito la propria laurea efficace per la ricerca di un lavoro e si è ritenuto soddisfatto delle proprie scelte; tuttavia, appena il 7% si ritiene soddisfatto del lavoro che svolge.