Tra i punti della manovra su cui il governo ha già posto la fiducia alla Camera la possibilità di annullare in alcuni casi i bonus dei cervelli rientrati.
“I lavoratori che hanno utilizzato le norme per il rientro dei cervelli in Italia e che hanno successivamente optato per il regime agevolativo previsto per i lavoratori rimpatriati perdono il beneficio fiscale nel caso in cui la residenza in Italia non sia mantenuta per almeno due anni”.
Chiaro e cristallino. È questo uno dei tagli previsti dalla manovra correttiva Padoan che deve essere approvata dal Senato ed il cui fine è riequilibrare i conti italiani, sollecitati dall’UE.
In parole povere, gli incentivi per i cervelli rientrati in Italia decadono se la residenza non viene mantenuta per almeno due anni ed inoltre vanno restituiti tutti i benefici fruiti. Insomma niente più esenzione del 90% del reddito per tre anni per le menti rientrare in Italia ma per un periodo troppo breve con applicazione tra l’altro di sanzioni e interessi da parte dello Stato.
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