Una partita giocata con il freno a mano da entrambe le squadre nei primi minuti di gioco fino a quando, al 30esimo minuto di gioco, arriva l’episodio che probabilmente cambia la partita: Tino Parisi abbatte Lisi al limite dell’area e va sotto la doccia con un’ora di anticipo. Schierato quasi a sorpresa da mister Pulvirenti, il terzino destro di origini siracusane, è andato in affanno praticamente sempre, riuscendo a collezionare 5 falli consecutivi in pochissimi minuti. In molti si aspettavano la sua esclusione dopo una stagione abbondantemente sotto la sufficienza e soprattutto dopo la partita convincente contro la Casertana di Andrea De Rossi, cugino del più rinomato giocatore romano Daniele, che anche oggi, subentrato per sopperire al rosso del compagno di squadra, ha decisamente dimostrato una maggiore freschezza fisica e lucidità mentale, annullando gli avversari (tra cui lo stesso Lisi) nella fascia di competenza.
Un Catania che non ha mai bussato in maniera decisiva lungo tutto l’arco della partita dalle parti del portiere Russo, sicuramente condizionato sia dalla gara esterna, in un campo difficile come quello di Castellammare, sia per l’aver giocato oltre un’ora di gioco in inferiorità numerica. Ingenuità pagata a caro prezzo, con i rossazzurri che probabilmente avrebbero potuto osare di più in undici contro undici.
Ma i limiti di questa squadra non si scoprono sicuramente oggi e, purtroppo, con i se e con i ma non si arriva da nessuna parte, con l’intera stagione che ha portato 54 punti sul campo, troppo pochi per una squadra come il Catania, per i tifosi rossazzurri e per la città che sicuramente meritano palcoscenici ben più importanti. Quest’ultima cosa la si dice spesso e volentieri, ma non è retorica, semplicemente una cruda realtà con la quale la città di Catania dovrà fare i conti anche l’anno prossimo dopo le ultime annate deludenti.
Finisce qui, dunque, con la società che adesso avrà il suo ben da fare tra conti da risanare ed una squadra probabilmente da ricostruire, partendo dall’allenatore che andrà a sedere sulla panchina fino ai giocatori che andranno a costituire l’organico: pochissime meritate conferme e tanti presumibili addii.
L’unica cosa certa che rimarrà è sempre una: i tifosi, che di sicuro non lasceranno mai sola la maglia rossazzurra.
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