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CONCERTONE PRIMO MAGGIO – Artisti contro Poletti e Salvini: “Mettete curriculum nei vostri palloni”

Il concertone del Primo Maggio ormai è una tradizione rispettata da diversi anni. Non solo musica, ma anche polemiche e considerazioni sulle attuali condizioni in cui versa l’Italia. Una piazza gremita da 450mila spettatori, dicono gli organizzatori, 900mila considerando il pubblico che l’ha attraversata lungo tutta la giornata. 

A portare la polemica sul palco, il gruppo bolognese “Lo Stato Sociale” che esordisce con il brano “Mi sono rotto il cazzo”, indossando abiti strappati, magliette bianche con la scritta ‘No tap’ e lanciando verso il pubblico palloni da calcio. Il tutto riferito alla frase del ministro Poletti, secondo il quale “i giovani dovrebbero preferire le partite di calcetto che per trovare lavoro funzionano meglio dell’invio di un curriculum”. 

“Mettete dei curriculum nei vostri palloni” hanno urlato al pubblico, mentre dal palco rotolavano altri palloni più grandi con le scritte ironiche sui nuovi lavori, ‘Tronista’, ‘Influencer’, ‘Hostess’, ‘Tassista’. Non sono mancati i riferimenti anche a Matteo Salvini, per la sua frase sulle coppie omosessuali “da cui non può che nascere un portatore di handicap”. E così, la voce del gruppo ha aggiunto: “È anche vero che da una coppia eterosessuale è nato uno come Salvini, dunque una formula esatta non c’è”. “Siamo andati sul palco, svestiti al 40%, come la percentuale di under 35 che sono disoccupati – ha concluso la band – come la mancanza di copertura istituzionale su welfare, ammortizzatori sociali e tutela dei diritti. Certo, si può leggere anche come il famoso 40% di Renzi, ci può stare tutto”.

Anche dagli Ex-Otago arriva una stoccata, soprattutto mentre intonano il loro ritornello “I giovani d’oggi non valgono un cazzo”, accompagnati da tutta la folla, urlando questa presa di coscienza.

Un concerto che ha avuto come filo conduttore il problema centrale della disoccupazione dei giovani, un dato che non smette mai di essere trascurato e che si impone con forza tra le problematiche più importanti del nostro paese.

Serafina Adorno

Classe 1989. Dalle sabbie dorate agrigentine e dalla bianca scala dei turchi si è trasferita a Catania per intraprendere i suoi studi e iniziare a dare forma ai suoi sogni. Laureata in Lingue e letterature comparate, lavora nella comunicazione e nei Festival del cinema.

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