Donne e tecnologie della comunicazione: oggi ricorre la giornata mondiale che punta ad avvicinare le bambine e le ragazze alle professioni del comparto tecnologico e fare diventare solo un lontano ricordo l’attuale digital divide tra uomini e donne.
L’organizzazione dell’ONU per la diffusione delle nuove tecnologie (ITU) ha promosso la giornata di oggi a “Girls in Ict Day”, una giornata dedicata al ruolo delle donne nel mondo della tecnologia e della comunicazione digitale. A tal fine sono state promosse in tutto il mondo diverse iniziative tra seminari, convegni e attività che coinvolgono bambine, ragazze e giovani donne per fornire loro esempi e modelli non solo per incrementare la passione verso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e l’area STEM in generale ( in italiano: Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), ma anche per dimostrare che per una donna fare carriera in questo ambito è possibile oggi più che mai, specialmente se si vive nella “parte maltrattata” della Terra. Suona strano ma è così.
A dirlo sono le statistiche dell’Ocse, le quali mettono in evidenza la capacità dei Paesi emergenti di recuperare in maniera più rapida ed efficiente il divario di genere. In questo caso, torna utile pensare all’India cui settore delle Ict è proprio quello in cui le donne sono più attive professionalmente e con percentuali davvero alte. Il riferimento si fa più chiaro pensando che paesi sviluppati stanno vivendo una situazione completamente al rovescio di quella indiana. Prendiamo come esempio gli Usa, che nonostante abbiano avuto dalla loro parte il vantaggio di una discreta percentuale di donne laureate in Informatica (erano il 37% nel 1987), progressivamente vede scendere sempre più in basso questa cifra, come succede in altri paesi occidentali.
Il decremento dell’occupazione nelle Ict, riguarda un po’ tutto il mondo occidentale e sviluppato e non è solo un problema di gender divide. Infatti l’Ocse avvisa che nel mondo nei prossimi anni serviranno ben più di due milioni di professionisti informatici e nell’Unione Europea, nei prossimi dieci anni, verranno a mancare 800mila esperti in questo settore. Si prevede quindi un vertiginoso vuoto che deve spingere a proiettarsi verso nuove possibilità: un invito rivolto alle ragazze per spronarle ad investire nella formazione in questo campo che ha tanto da offrire e indirizzarle verso l’acquisizione delle competenze necessarie per ricoprire le cariche manageriali di questo settore che, stando agli ultimi dati, è quello in cui la quota di lavoratrici impiegate scende al 15%. Per assicurare l’opportunità di avanzamento di posizione è chiaro che non basterà l’impegno delle ragazze, ma interventi sociali opportuni dovranno essere messi in atto per garantire alle donne la possibilità di ricoprire cariche professionali di responsabilità.
Guardando limitatamente alla situazione italiana, in percentuale le donne che lavorano nel settore hi-tech sono poco più del 30% del totale degli impiegati nel settore. Questo dato allinea l’Italia con la media europea e la colloca sopra la Germania e sotto la Spagna, che sebbene stia facendo meglio della nostra penisola, non ha ancora raggiunto i livelli dell’Estonia, paese che non ha bisogno di alcuna giornata di sensibilizzazione sul ruolo delle donne nelle tecnologie informatiche, visto che ha già raggiunto livelli prossimi alla perfetta parità tra uomini e donne impiegati in questo settore.
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