In Italia si legge poco, ancora meno di quanto si faceva in passato. Questo quanto emerge dall’ultima analisi Istat presentata a “Tempo di Libri”, la fiera dell’editoria che si sta svolgendo in questi giorni a Milano.
Nel Bel Paese, oggi ci sono oltre 4 milioni di lettori di libri in meno rispetto al 2010 e lo scorso anno sono state circa 33 milioni le persone che non hanno letto nemmeno un libro di carta, cioè il 57,6% della popolazione. A leggere meno sono i maschi: il 64,5% rispetto al 51,1% delle femmine.
Preoccupante (ma allo stesso tempo prevedibile) il fatto che si legge meno andando avanti con gli anni – i non lettori sono il 46,8% nella fascia 11-14 anni, diventano il 61% tra 65-74 anni – e che i “non lettori” hanno un basso livello di istruzione: non il legge il 77,1% tra quelli che possiedono al massimo la licenza media, mentre tra i laureati la percentuale scende al 25%. La prevalenza di non lettori, tanto per cambiare, è al Sud con il 69,2% (punta del 73% in Calabria): le città in cui si legge di più si trovano quindi al nord e sono Trento (43,7%) e Bolzano (46%).
Ma a cosa è dovuta questa mancanza di lettura? Le nuove tecnologie e le reti mobili hanno sicuramente una fetta importante di colpa: tra chi usa Internet infatti tutti i giorni i non lettori sono 45,6%, mentre erano il 30,9% nel 2010 e tra chi svolge attività di comunicazione e socializzazione su Internet i non lettori sono il 47,7%, (erano il 33,2% nel 2010).
I dati mostrano però un barlume di speranza nei nuclei familiari. Nel tempo è infatti aumentata la quota di famiglie che possiedono libri: nel 2016 erano l’89,4%, ma dal 2009 in poi solamente il 10% di esse ha dichiarato di non avere libri in casa.
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